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"Totti e De Rossi omertosi sulle minacce degli ultrà"

I due giocatori reticenti a denunciare le intimidazioni. Per il pm calciatori sottoposti "a un forte condizionamento psicologico"

Andrea Ossino
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Dall'aggressione ai danni di alcuni turisti svedesi che indossavano una maglia della Lazio, fino a quella che la procura di Roma considera essere una «strategia» volta «a creare disordini e a turbare l'ordinato svolgimento delle competizioni sportive in cui è coinvolta la squadra di calcio A.S. Roma, così contribuendo anche ad intimidire i giocatori della squadra medesima». Sono diverse le indagini portate avanti dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte in relazione alla galassia degli ultras giallorossi violenti. Una di queste presto vedrà tre indagati davanti al giudice per le udienze preliminari. Si tratta del fascicolo relativo ai diversi episodi di forte contestazione messi in atto da alcuni ultras legati al gruppo "Padroni di Casa": dal ritrovamento di una macchina piena di armi nei pressi dell'Olimpico fino alle proteste vigorose dopo il pareggio contro il Chievo, o a Trigoria o in occasione della partita contro la Fiorentina. Il giudice, in aula, dovrà rispondere anche a due domande: i giocatori della Roma sono stati minacciati? E ancora: hanno risposto con reticenza perché intimoriti? La partita processuale si giocherà anche su questi quesiti. Secondo il pm e la Digos esisterebbe un... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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