Usd Tor di Quinto, 70 anni di passione

Quando l’Italia uscì dal secondo conflitto mondiale a Roma c’erano due squadre di calcio: la Boreale, presieduta da Don Marino e che vedeva schierati uomini di chiesa, e la Rinascita. Da questo gruppo di giocatori antifascisti reduci dalla dittatura, Vittorio Testa fondò la oggi 70enne società dilettantistica Tor di Quinto. Una scuola di vita, secondo dirigenti allenatori e ragazzi, vivaio di calciatori professionisti, attori, magistrati, politici e generali di carabinieri e guardia di finanza. Martedì sera, al Relais Spiga d’oro di Ostia Antica, il figlio Massimo Testa oggi alla presidenza della società ha festeggiato insieme alle vecchie e nuove leve del Tor di Quinto i suoi 70 anni e quelli della Usd fondata dal padre Vittorio alla sua nascita. «Sono nato in una famiglia antifascista che mi ha dato la forza di raggiungere questo traguardo - ha detto commosso il festeggiato - trecentocinquanta persone non sono qui per un "vecchio" di 70 anni ma per un’unione sportiva che è un valore aggiunto di una città come Roma con grandi problemi e pochi spazi per i giovani. Nei miei 70 anni di impegno nel sociale, praticamente dai miei primi anni di vita, ho sempre cercato di dare momenti di gioia ai ragazzi che crescono nella società. Io ho seguito mio padre, mia madre, mia nonna perché il calcio ha coinvolto da sempre tutta la mia famiglia. Non c’è stato mai un sabato o una domenica, perché c’erano le partite da giocare, una comunione o una cresima perché maggio da noi è un periodo complicato con i campionati, così siamo diventati tutti atei per forza di cose - ha scherzato -. So bene che questo non è un periodo facile per i giovani in Italia, ma Tor di Quinto è un posto dove possono trovare un po’ di serenità». Il senso di appartenenza che lega i ragazzi alla società anche dopo l’esperienza da atleti si è manifestato a pieno martedì sera con la presenza di ben 350 persone e porta da sempre risultati pazzeschi. Diciannove titoli regionali vinti, cinque scudetti e una lunga serie di calciatori professionisti cresciuti nella società della famiglia Testa. L’ex interista Marco Materazzi, che per la festa del presidente martedì ha inviato una lettera di ringraziamenti e auguri, Stefano Desideri ex calciatore giallorosso, Davide Moscardelli attaccante del Lecce, Luca Antei difensore del Sassuolo e della Nazionale under 21 sono solo alcuni dei gioielli del calcio italiano. «Ma non solo atleti - precisa Massimo Testa -. Chi non è riuscito a realizzarsi come calciatore, è diventato comunque un pezzo importante del Paese. In questo che è il mio mondo continuo a coinvolgere anche la mia famiglia di generazione in generazione - ha aggiunto Testa -. Riccardo, il mio ultimogenito, gioca nella squadra del 2001 mentre mio nipote Lorenzo in promozione». Merito delle regole e della disciplina insegnate sul campo e fuori ai ragazzi della società Tor di Quinto da quando indossano la maglia dei pulcini fino a quando scendono in campo come esordienti. La società dilettantistica Tor di Quinto, che affonda le sue radici nell’immediato dopoguerra, conserva gelosamente la tradizione calcistica italiana. Nei campi di via del Baiardo gioca ancora il libero a rinforzo dei due terzini. Una figura oggi scomparsa e che invece ha fatto la storia con personaggi come Franco Baresi e Gaetano Scirea. Tra gli invitati ai festeggiamenti anche Nuccio Cariddi e Giulio Coletta, del settore giovanile della Lazio, Fabrizio Tafani preparatore atletico del Palermo e Stefano Desideri, ex giallorosso e oggi team manager della squadra indiana Pune City, Paolo Ciavarro figlio dell’attore Massimo ex allievo della scuola calcio e oggi in promozione. «Manca il meglio», ha sussurrato non senza commozione il presidente festeggiato riferendosi all’amato figlio Paolo, scomparso tre anni fa.