di Gianfranco Giubilo Occasione buttata al vento per la Lazio.

Halimitato i danni, nel finale, il rigore di Hernanes, procurato ancora da Floccari, ma i laziali avrebbero meritato di più. Anche se Petkovic, rinunciando in avvio a Dias, Gonzalez e Candreva, aveva fatto intendere di voler dedicare molte attenzioni alla sfida di Coppa Italia con la Juventus. Per riprendersi il più cinque, alla capolista bastano due capolavori balistici di Pogba, diciannove anni e un talento cristallino. Senza Pirlo e Marchisio, con Asamoah in Africa, la Juve soffre nella prima parte della ripresa l'offensiva dell'Udinese, ma Vucinic conferma il peso della sua presenza siglando il gol, complice Padelli, che chiude la partita prima ancora del poker siglato da Matri, entrato per Giovinco. Domenica che anticipi e posticipo rendono malinconica, perfino al di là del clima deprimente di queste cupe giornate invernali. A salvare il livello della parentesi festiva resta la prima delle due sfide ravvicinate tra Roma e Inter, poi per il ritorno della Coppa Italia dovremo attendere la primavera inoltrata, ennesima invenzione della Lega, che tra conferme e un nuovo consiglio ha fatto capire di voler mantenere la continuità delle boiate. Due squadre reduci da maratone di coppa, la Roma con un giorno in meno per recuperare. E aggiungiamo pure i quattro minuti di recupero per un secondo supplementare, record mondiale in materia. Torneremo a vedere la stessa Roma, tatticamente, ma con interpreti diversi, l'intera linea di attacco. Allarme rientrato per Totti, che affiancherà Osvaldo e Lamela, De Rossi conferma obbligata una volta che Pjenic ha smaltito il mal di gola. Stramaccioni non può contare su Milito e Cassano, oltre a Samuel, ma dispone di una rosa comunque qualitativa, l'antica rivalità garantisce toni agonistici elevati e spettacolo. Si diceva di un pomeriggio domenicale fiacco, ma oltre alla chiusura c'è da apprezzare anche l'apertura, a ridosso dell'ora di pranzo. Stati d'animo contrastanti al Franchi, un Napoli euforizzato dalle sentenze assolutorie, una Fiorentina avvilita da tre sconfitte a seguire, due proprio in casa. Non saranno rose e fiori per Cavani e soci, la voglia di riscossa dei viola induce alla cautela.