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Valentina Lo Russo Nella sua carriera da allenatore, lunga ben 38 anni, Carlo Mazzone ha girato quasi tutta l'Italia ma da romano doc il suo cuore è da sempre legato ai colori giallorossi.

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Detieneil record di panchine ufficiali in Serie A con 795 presenze ufficiali, a distinguerlo da tutti i suoi colleghi quel dialetto tipico della sua città, una semplicità inconfondibile, la schiettezza di chi dice sempre ciò che pensa. Nei giorni che precedono l'impegno dei giallorossi a Napoli parla da doppio ex, esperto osservatore esterno ancora innamorato della Roma. Impossibile per «Sor Carletto» azzardare un pronostico, ma sul fascino di questa sfida sarebbe pronto a scommettere. «È una partita che esce fuori dagli schemi tecnico-tattici, si fa fatica ad ipotizzare un risultato, sarà certamente bella, intensa ed equilibrata. Importantissima per entrambe le squadre con finale apertissimo». È quella vista col Milan la Roma di Zeman? «Alla Roma auguro di aver trovato i meccanismi di gioco che vuole l'allenatore. Rispetto all'inizio ho visto un miglioramento totale. Da esperto di calcio, appassionato della Roma, e allenatore vecchio stampo, controllo gli sviluppi di gioco sia offensivi che difensivi e vedo che la squadra è cresciuta. Zeman si conferma un allenatore che raccoglie meno di quello che merita». In prospettiva, questa Roma dove può arrivare? «La Roma è imprevedibile come il suo allenatore. Può fare cose importanti, ha giovani di grandi qualità e un allenatore che li impiega a seconda delle loro caratteristiche tirando fuori il meglio da ciascuno». Che tipo di percorso sta facendo De Rossi? «Non so cosa possa essere successo. De Rossi è un grande giocatore che a volte si perde in situazioni che non gli competono, si lasca coinvolgere in polemiche e comportamenti sbagliati. Il mio consiglio è di lasciarsi alle spalle tutte le voci che lo riguardano e fare la cosa che gli riesce meglio: giocare a calcio». Per Totti il tempo sembra non passare mai, rispetto a quando lo allenava lei, che tipo di giocatore è diventato? «Il tempo gioca a suo vantaggio. Con me aveva ancora il biberon in bocca, senza offesa, e devo ammettere di aver individuato in lui un grande campione. Come diciamo a Roma, penso di averci azzeccato, anche se i miei meriti si riducono rispetto ai suoi. Tutto si può dire meno che Mazzone non avesse capito, a suo tempo, il valore del giocatore e dell'uomo Totti. Vorrei anche aggiungere che oltre a lui ho avuto l'onore di allenare giocatori come Baggio, Pirlo, Antognoni». Che idea si è fatto dei nuovi proprietari della Roma? «Intanto bisogna ringraziarli per il contributo che hanno dato anche sul piano finanziario a questo club. Non era facile succedere a una famiglia gloriosa come i Sensi, sono i benvenuti tra noi. A criticare siamo tutti molto bravi, ad apprezzare un po' meno».

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