Daniele Palizzotto Stefano Cerioni lascia l'Italia.

Enon poteva essere altrimenti: troppo importante l'offerta economica ricevuta, troppo grande la differenza con quanto proposto dalla Federazione italiana, comunque impegnatasi a fondo per trattenere l'ex campione olimpico. Stefano Cerioni se ne va, nonostante la lettera scritta dai suoi ragazzi, malgrado l'appello lanciato dai dirigenti federali e lo sforzo economico concordato dal rieletto presidente Giorgio Scarso con il Coni per ripartire insieme verso Rio 2016. La Russia chiama, il contratto accettato dal tecnico azzurro è transitorio – un anno con opzione sui successivi – ma comunque ricchissimo e davvero irrinunciabile: «Lasciare l'Italia per affrontare questa nuova sfida professionale – ha ammesso Cerioni – è stata una decisione difficile e sofferta. La mia storia è stata attraversata dalle sfide e ora vado ad affrontarne un'altra per mettermi in discussione, crescere e cercare nuovi stimoli». L'Italia ringrazia, non nasconde il rammarico ma comprende. La fuga dei talenti, del resto, è naturale conseguenza della crisi economica, già testata nel calcio – i migliori tecnici italiani, da Capello a Mancini, da Ancelotti a Spalletti, lavorano da tempo all'estero – ma anche negli altri sport: basti pensare all'ex ct della pallavolo azzurra Andrea Anastasi, ora in Polonia, o ai nostri migliori allenatori della pallacanestro – da Messina a Scariolo, tornato a tempo pieno in Italia solo quest'anno, dopo aver trascinato la Spagna sul tetto del mondo – ma anche al romano e romanista Andrea Di Nino – primo coach straniero nella nazionale olimpica russa del nuoto – o ancora a Gamba, tecnico del judo russo medaglia d'oro a Londra con Galtsyan. Ora tocca a Cerioni, fenomeno in pedana (due ori e un bronzo a cinque cerchi) tra Los Angeles e Seoul 1988) e ancor più come tecnico. «Posso dire con orgoglio – ha spiegato l'ex ct – che in questi otto anni i risultati sono stati addirittura superiori alle più ottimistiche aspettative. Le vittorie sono tutte scolpite nel mio cuore, voglio abbracciare gli atleti e ringraziare la federazione: le difficoltà finanziarie legate alla crisi hanno impedito un accordo economico soddisfacente per entrambi». Una realtà confermata da Scarso dopo l'incontro avvenuto a Ravenna: «A nome dell'intero Consiglio – ha dichiarato il presidente federale – esprimo il più vivo rammarico per la scelta operata da Cerioni. Pienamente consapevoli delle offerte economiche pervenute da realtà che non risentono della crisi globale, abbiamo anche avanzato una proposta onerosa alla luce delle ristrettezze del nostro bilancio, uno sforzo purtroppo rivelatosi vano. Non possiamo che prenderne atto, augurando le migliori fortune a un tecnico con cui abbiamo condiviso otto anni e innumerevoli successi». La fuga dei talenti dall'Italia prosegue inesorabile.