Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Domenico Latagliata TORINO L'ultima volta in cui Antonio Conte si è seduto sulla panchina dello Juventus Stadium è datata 13 maggio, giorno della festa scudetto e del pazzesco addio a Del Piero.

default_image

  • a
  • a
  • a

«Mirifiuto però di pensare che i tifosi verranno solo per me - ha detto ieri - chi viene a vederci lo fa per godersi lo spettacolo di questa Juve. Di certo mi emozionerò, perché io vivo di passioni». Come spesso capita in questi casi, giocheranno quelli che hanno finora avuto meno spazio «ma che rappresentano la mia fortuna». E comunque, al di là della Coppa, ieri è stata l'occasione per sentire dalla viva voce dell'allenatore quali sono gli obiettivi e le strategie della Signora. «La scorsa estate il nostro mercato è stato ponderato e abbiamo ulteriormente rafforzato le fondamenta. Mi auguro che tra un po' di tempo la Juve possa acquistare giocatori da 40-45 milioni che in questo momento non ci possiamo permettere: a quel punto potremmo iniziare a guardare davvero negli occhi le grandi potenze europee, ovvero il Psg, le due squadre di Manchester, il Real Madri, il Bayern Monaco e via di questo passo. Ora però dobbiamo stare calmi e lavorare». Magari vincendo, per il momento in Italia dove «aggiudicarci di nuovo lo scudetto sarebbe il massimo. Vincere una volta può capitare a tutti: confermarsi è molto difficile, come ha potuto sperimentare anche il Milan. Per il momento marciamo più spediti rispetto alla stagione scorsa (due punti in più, ndc) e siamo più consapevoli dei nostri mezzi: dodici mesi fa eravamo invece partiti con un bel punto interrogativo, anche se di questi tempi avevamo già iniziato a stupire. Siamo primi in classifica non per grazia ricevuta, ma perché abbiamo lavorato sodo: non facciamo passare per normale qualcosa che non lo è». E' tornato Conte, insomma. Desideroso di riprendersi tutto, compreso «il rapporto fisico con i miei giocatori il giorno della partita». Intanto si è ripreso le luci della ribalta. Con pieno merito, a suo dire. «Penso ci sia stata un'attenzione mediatica normale, anche perché ce n'era stata una spropositata quando la situazione era in negativo. Questo nessuno l'ha sottolineato, qualcuno ha invece voluto far notare un eccessivo aspetto mediatico sulla persona. O c'è "mediaticità" sempre o mai. Per quel che mi riguarda c'è sempre, nel bene e nel male». Oltre alla partita di Torino, oggi è in programma oggi anche Parma-Catania: dalla sfida uscirà l'eventuale avversaria della Lazio nei quarti. Ma prima i biancocelesti devono superare il Siena.

Dai blog