La rinascita romanista è in quel mix di rabbia e felicità.

Sonosoprattutto loro, un attaccante e un centrocampista, i protagonisti del riscatto condensato in tre partite . Quelle che possono davvero cambiare la stagione della Roma. Destro, tre gol in due partite aggiunti a quello inutile (e dannoso per le conseguenze) con il Palermo, è il nuovo padrone dell'attacco. Dopo due mesi difficili, con quell'etichetta del prezzo da 16 milioni attaccato addosso, sta finalmente dimostrando con i fatti il perché di tante attenzioni. Prima si è sacrificato (controvoglia) da esterno, domenica ha ritrovato il posto al centro dell'attacco sfruttando al massimo l'occasione. Come cambiano le cose: adesso è Osvaldo a dover rincorrere nella sfida interna tra i centravanti. Due amici, come testimonia l'abbraccio di Siena, in concorrenza. Sabato con la Fiorentina potrebbe toccare a entrambi, visto che con Lamela i medici vogliono usare massima cautela. Ma nel pacchetto di attaccanti già pieno di talento ora va considerato anche Pjanic, uno a cui la qualità non è mai mancata. La fiducia di Zeman sì. Il paradosso è che per cambiare la situazione tra i due è servito uno scontro in pubblico: da quell'insulto rivolto al tecnico dopo il gol nel derby, Pjanic è tornato titolare e si è ritagliato un ruolo fondamentale nella Roma. Poco importa se intermedio di centrocampo o attaccante esterno, anche perché a Siena tutto ha fatto tranne che l'ala. Il bosniaco, come Totti, è il simbolo di una Roma che si libera dagli schemi rigidi e interpreta a modo suo lo spartito zemaniano. Finché si vince tutto bene, e infatti il boemo dopo la gara del Franchi non si è lamentato. Il problema, adesso, è trovare un posto a De Rossi. Le tre giornate di squalifica sono coincise con tre vittorie, Bradley è cresciuto nelle gerarchie di Zeman, Florenzi ha continuato a giocarle tutte e Tachtsidis si è ripreso il ruolo in regia. La concorrenza, insomma, è aumentata parecchio e De Rossi da oggi in poi dovrà dimostrare tanto negli allenamenti per convincere Zeman a rimescolare le carte. Sembra assurdo, ma è così. Più «agevole» il cambio tra i pali:Stekelenburg sembra finalmente guarito e Goicoechea si accomoderà in panchina senza fare storie. L'unico reparto che ha trovato un assetto stabile è la difesa. Con il quartetto Piris-Castan-Marquinhos-Balzaretti la Roma ha sempre vinto . In prospettiva c'è però una bella seccatura: Marquinhos dovrà raggiungere l'Under 20 brasiliana per il torneo sudamericano. La società sta lavorando per farlo partire «solo» a gennaio. Ma se il Brasile arriverà in finale, la Roma giocherà senza il ragazzino-fenomeno per cinque partite. Meglio non pensarci.