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Franco Bovaio Occhio alla sorniona Russia, che esordisce nell'Europeo battendo 4-1 la Repubblica Ceca soprattutto grazie ai frequenti inserimenti da dietro che a volte fanno pensare alla Roma di Spalletti.

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Cech,per quanto bravo sia, non può porre sempre rimedio agli errori dei suoi difensori, che spesso latitano e sbandano paurosamente sulle incursioni russe. I cechi vanno meglio quando attaccano, come dimostra il gol con cui Pilar accorcia le distanze al 52' salvando almeno l'onore, anche se la Rep.Ceca sembra una delle squadre più deboli della manifestazione. Dunque la vittoria russa va celebrata ma non esaltata più di tanto. Gli uomini di Advocaat (già in testa al girone) vanno tenuti nella giusta considerazione, anche perché molti di loro sono ormai ultratrentenni e dunque all'ultima occasione importante della loro carriera. Per classe e motivazioni possono impensierire chiunque, rafforzati anche degli insegnamenti che hanno appreso dai tecnici stranieri arrivati nel loro campionato proprio come il citato Spalletti, che ha mandato cinque dei suoi in nazionale. Dunque non ci stupiremmo se alla fine fosse proprio la Russia la sorpresa di questo Europeo dell'Est, che nella fase iniziale l'ha fatta capitare nel girone dell'ex Patto di Varsavia con i vecchi alleati (ma mai troppo desiderosi di esserlo) polacchi e cechi. E chissà che effetto avrà fatto a molti di questi vedere i nuovi ricconi russi cantare a squarciagola l'inno che fu già della vecchia Unione Sovietica e che doveva unire i proletari di tutti il mondo nella rivoluzione contro il Capitale. Due decenni dopo la caduta del Muro quest'ultimo sta più in Russia che nell'Europa Occidentale, come dimostra l'ingaggio del Ct olandese Advocaat, il più pagato dei tecnici delle nazionali presenti e anche l'unico già sicuro di lasciare la panchina a fine torneo per tornare in patria.

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