Un tecnico onesto che non conosce la mediocrità

Lo«Jedi», come lo definisce dagli Usa un giornale autorevole, il personaggio di Guerre Stellari, l'uomo che unisce e divide, secondo umori. Saranno sempre con Zeman i romantici, quelli per i quali l'utopia non è fuga dalla realtà, ma l'ultima resistenza contro la tentazione della resa. Sono la maggioranza, ma troveranno puntuale, dura opposizione dall'altra faccia della luna. Non mancherà mai, nel mondo del calcio, chi mette al primo posto, tra ogni possibile aspirazione, la vittoria. Non importa se perseguita in piena legittimità e onestà morale, o rubacchiata per aiuti esterni e perfino cercata attraverso poco nobili iniziative. Inevitabile che il ritorno del boemo provocasse un autentico assalto di cronisti, a Trigoria, inevitabile che nella raffica di domande si scadesse nel ripetitivo, contrattempo usuale quando si prenota l'intervento e non si ha la prontezza di cambiare in corsa l'interrogativo da altri proposto. Non ci si potevano attendere rivelazioni, il mercato è lontano e il nuovo tecnico evita qualsiasi giudizio sui singoli: su chi partirà, su chi è destinato a restare cercando conferme o rivincite, su chi arriverà. Zeman è sicuro di non dover più rivivere i torti a suo tempo sofferti in omaggio al Palazzo, di non dover più scegliere l'esilio per salvare la squadra da ulteriori rappresaglie. Già è segnale importante la firma su un contratto biennale, per la prima volta nella storia dell'allenatore. Nessuno può proporre certezze sulla stagione che verrà, il lavoro durissimo non garantisce obiettivi a breve scadenza. Ma di una cosa può essere sicuro il tifoso romanista, non vivrà una stagione di piatta mediocrità. La propensione offensiva che il boemo abitualmente firma riproporrà momenti di calcio indelebili: festosi talvolta, amari in qualche caso, divertenti sempre.