Daniele Palizzotto Stavolta è finita davvero.

Piùche una semplice sconfitta, però, quella subita dalla Schiavone sembra una definitiva resa delle armi. Perché arriva dopo una battaglia durata tre ore, pane quotidiano per i denti dell'instancabile eroina azzurra ma stavolta fatale capolinea dei sogni tricolori. E perché è un passo falso sorprendente forse solo per il pubblico francese accorso ad ammirare «Francesca», ma certo non per chi ha seguito le gesta della milanese negli ultimi dodici mesi: una sola vittoria contro una top ten (Stosur a Sydney), un bilancio deprimente (24 vittorie e 23 sconfitte) e l'effimero trionfo ottenuto la scorsa settimana a Strasburgo, dove l'avversaria più forte era la modesta romena Cadantu. Peccato solo finire così. Peccato uscire di scena al terzo turno contro un'avversaria alla portata, in buona forma visto il best ranking appena toccato al numero 59 (oggi è 63) e quasi sicura del prossimo ingresso nelle top 50, ma per nulla irresistibile. Nata in Uzbekistan ma ormai da cinque anni in campo per gli Stati Uniti, paese dove risiede dal 2001, mai prima d'ora la 26enne Lepchenko aveva raggiunto il terzo turno Slam, dato certo non casuale. Il recente match giocato sulla terra blu di Madrid e malamente perso dalla Schiavone contro la mancina americana non può spiegare la nuova sconfitta. Troppo superiore tecnicamente e fisicamente l'azzurra, troppo tranquilla fino al 6-3 3-3, punteggio peraltro poco veritiero visto le numerose occasioni sprecate da Francesca: nove set point per chiudere il primo set, quattro palle break sprecate nella prima parte del secondo. Poi, però, il match cambia all'improvviso: la Schiavone dissipa altre quattro opportunità per strappare il servizio all'avversaria (tre consecutive), subisce un parziale devastante di 14 punti a 3 e si ritrova quasi incredula al terzo set. La sosta strategica negli spogliatoi sembra aiutare l'azzurra, che sale 3-1 30-0, ma poi si addormenta di nuovo e si ritrova sotto 3-5 in un lampo. «All'inizio ho giocato bene – ha spiegato la milanese – ed ero sulla buona strada. Poi però non ho afferrato le occasioni avute». Un'analisi attenta e senz'altro corretta. Tradita dal gioco spumeggiante mostrato a Parigi negli ultimi due anni, la Schiavone non ha però perso la voglia di lottare, si aggrappa alla partita, torna in corsa sul 5-5 e vola addirittura 6-5. I miracoli, però, non sono eterni: e allora – dopo mille fantastiche maratone vincenti, dopo l'eroico 16-14 rifilato alla Kuznetsova all'Australian Open 2011 e la pazzesca rimonta contro Pavlyuchenkova all'ultimo Roland Garros – per una volta la regina abdica. «Sono comunque positiva – ha spiegato la Schiavone, destinata a scivolare a ridosso del 30° posto in classifica – e ho già chiesto al mio preparatore una tabella di allenamenti mirati per Wimbledon. Da questo Roland Garros esco con una nuova consapevolezza: quando si mette tutto ciò che si ha, come ho fatto io ancora una volta, si vince sempre». L'Italia ringrazia e saluta Francesca: questa mattina sullo Chatrier (ore 11, diretta Eurosport) gli eroi azzurri saranno Sara Errani (contro Kuznetsova) e Andreas Seppi, chiamato all'impresa impossibile contro Nole Djokovic.