Obbligati ad essere «contro» per contratto

Trale molteplici voci, anche fragorosi ragli, senza voler mancare di rispetto ai seri e laboriosi asini. Parole sulle quali si può sorridere, in qualche caso, e altre che inducono a meno nobili sentimenti nei confronti di chi le ha pronunciate. A questa seconda fascia appartengono le eleganti esternazioni di Luciano Moggi verso Alex Del Piero, che la Juve ha messo in liquidazione come uno straccio vecchio. E che ha osato indicare in ventotto gli scudetti vinti dal club bianconero, suscitando l'ira del protagonista, e responsabile, dei due titoli revocati. Del Piero, il campione che i suoi colori ha onorato andando a giocare in Serie B, viene definito usurpatore di bonus, uno che alla Juve talvolta «non ha dato niente». Testuale. Certo, non ha regalato, come altri, schede telefoniche svizzere. Più compatimento che indignazione merita invece Blatter, che ha definito la soluzione ai rigori «una tragedia per il calcio». Il colonnello era stato l'inventore del golden gol, istituito per evitare atteggiamenti difensivi nei supplementari. Anche un mentecatto capirebbe che, senza la prospettiva di poter recuperare, le barricate sarebbero divenute la regola fissa. Per altro, è ridicolo parlare di «lotteria» per la soluzione dal dischetto, che esalta invece le risorse tecniche, atletiche e mentali dopo una lunga battaglia. Nel nostro orticello, grande confusione sul futuro delle due panchine romane. Giustificate le perplessità del tifo laziale, individuare le mosse di Lotito è impresa titanica, così come verificare la reale portata di presunti sondaggi. Non è da escludere che la fase di stallo sia legata alle incertezze di Mazzarri sulla permanenza a Napoli, se le proposte indecenti portassero alla partenza di Cavani, oltre che a quella, scontata, di Lavezzi. La Roma potrebbe invece avere abbandonato la pista Montella, il viaggio in Spagna di Baldini e Sabatini ha fatto pensare a un approccio con Bielsa, in realtà l'obiettivo potrebbe essere stato, fin dal primo momento, il ritorno di Zeman nella Capitale. E adesso, dopo le invocazioni popolari per il boemo tanto amato, sull'etere romana partono i primi dissensi. Normale, da queste parti la vocazione è puntualmente orientata verso il «contro», quali che siano i protagonisti. Del resto, chiunque ha diritto alle proprie opinioni, soprattutto chi è convinto di poter sedere in cattedra a Coverciano, a insegnare calcio.