Fabrizio Fabbri Il suicidio perfetto.

Einvece una squadra confusa, come il suo allenatore Calvani cervellotico nei cambi ed incapace di trovare rimedi contro la prolificità abruzzese, ha deciso di farsi del male al cospetto della Banca Tercas impostasi con merito 85-93 e che sul legno dell'impianto del Flaminio ha brindato ad una salvezza sportiva quasi certa. La realtà racconta di una Virtus Roma che ha vivacchiato sul proprio attacco per i primi 20' non capendo assolutamente che con l'atteggiamento difensivo proposto si sarebbe andati incontro ad un finale di lacrime. E così è stato quando la buona vena offensiva si è smarrita lasciando spazio ad un vogliosa Teramo che sorreggendosi ad un Dee Brown in serata di grazia, alla solidità dell'omonimo Brandon Brown ed alla grande atleticità di Polonara ha scavato un solco che una squadra timorosa e priva di idee non ha saputo colmare. Sconfitta che matematicamente non pregiudica l'accesso ai playoff ma lo rende simile ad una impresa impossibile con la trasferta di Venezia alle porte che sarà poi seguita dal visita che farà Milano al PalaTiziano. E dire che l'avvio di gara era sembrato presagio di una serata da passare senza patemi d'animo. L'11-2 propiziato da Varnado ha fatto calare sull'impianto alle pendici della collina dei Parioli un'aria di sufficienza che ha travolto i ragazzotti di Calvani. La Banca Tercas non ci ha pensato un attimo ed in un amen s'è rifatta sotto (13-10). Roma ha trovato comunque con costanza la strada del canestro e la cosa ha illuso che la pratica potesse comunque essere archiviata. 21-15 al 10' ma Teramo non s'è staccata dalle calcagna. Le alte percentuali nella metà campo avversaria hanno di nuovo ampliato la forbice a favore dei capitolini, 40-30, ma il vantaggio non ha certo motivato i ragazzotti di casa che nell'altro lato del campo hanno dato vita ad una performance imbarazzante. 47-44 al 20' e gara in perfetto equilibrio alla metà della terza frazione quando contro la zona anche l'azione offensiva dell'Acea ha iniziato a battere in testa. Eppure ancora Roma ha trovato risorse dal proprio attacco raggiungendo un + 9, 63-54 con schiacciata di Varnado, che è sembrato poter essere il propellente per l'allungo finale. Calvani ha però rivoluzionato senza trarne benefici il quintetto e Teramo ne ha approfittato per piazzare un 1-10 che le ha consentito di partire per la volata finale affiancata alla Virtus. Fultz ha aperto l'ultimo quarto con la tirpla del primo vantaggio ospite, 64-67, ma Mordente ha replicato per l'aggancio. Ma se sul cruscotto dell'Acea la spia delle riserva delle energie si è accesa, per Teramo si sono raddoppiate le forze. Il bimbo Polonara ha iniziato a danzare nelle maglie difensive di Roma e Dee Brown ha deciso di ritagliarsi la serata di gloria. 73-82, per la Banca Tercas, la risposta è stata un colpo di reni fino al 78-82 siglato da Tucker. Il trottolino teramano ha deciso però di assestare il colpo di grazia e due triple hanno spento la voglia di playoff di Roma. Il futuro prossimo sembra segnato. È il caso di concentrarsi su quello più distante.