Giada Oricchio Un talento sprecato.

Ildebutto australiano ha dato alcune indicazioni: primo, la F2012 sembra aver una maggior competitività nel passo gara che in qualifica, dunque contrordine rispetto a quanto detto finora, secondo, è rimasta la terza forza mondiale dietro a McLaren e Red Bull con le quali però non è riuscita a colmare il gap se non per un inizio in affanno del team di Milton Keynes, ma qui il giudizio deve necessariamente restare sospeso in attesa delle prossime gare, e terzo, ha lottato ad armi pari con la Williams di Maldonado. E questo è sicuramente il dato più sconfortante. Se non tragico. Le altre squadre hanno lavorato, sono cresciute, come è possibile che la Rossa sia sempre ferma allo stesso livello? Abissale il confronto tra compagni di squadra. Alonso, quinto, straccia Massa, ritirato. Vero o no che il potenziale della vettura sia quello dimostrato dal verdeoro, dovremmo comunque parlare di un Cavallino azzoppato. Il divario è imbarazzante e insostenibile per chi coltiva grandezze mondiali. A Melbourne ha dominato la McLaren: affidabile, veloce e pure bella. Pole, giro veloce e vittoria con Button. L'inglese ha un'intelligenza tattica sorprendente, legge le condizioni di gara come pochi e soprattutto riesce a sfruttare al meglio le Pirelli, qualunque mescola. Ha sorpreso Hamilton al via e ha fatto corsa a sé, leader imprendibile per 58 giri fatta eccezione per un pit stop. Ha scavato subito un divario consistente con gli inseguitori, quasi tre secondi, segno di quanto sia importante su questo circuito anomalo, cittadino, ma veloce, avere un'aerodinamica non disturbata. Button sorrideva di gusto a fine corsa, un po' perché secondo la cabala, da diversi anni a questa parte, chi vince qui conquista l'alloro, un po' perché ancora una volta si è mangiato il prediletto Lewis e riscritto le gerarchie all'interno della scuderia. Bastava guardare il volto tirato e gli occhi perennemente bassi di Hamilton per capire che il suo terzo posto gli stava strettissimo. Subire il compagno per il secondo anno di fila potrebbe ridimensionare la fiducia di tutti nelle sue capacità. La partenza è buona anche per Schumacher, Rosberg, Alonso e Massa che guadagnano diverse posizioni, al primo giro Vettel effettua un sorpasso al limite su Rosberg e tallona Schumi. Un errore a testa per i due tedeschi, ma ad arrendersi per colpa del cambio è la Mercedes che non ha risolto l'enigma dell'eccessivo degrado delle gomme. Ritiro per il kaiser e sul finire Rosberg perde la zona punti per una foratura causata da un incidente con Perez che, come l'anno passato, è stato l'unico a fermarsi una sola volta. Però questa Red Bull così normale è una vera sorpresa anche se il campione del mondo si affretta a dichiarare che il potenziale c'è ed è tanto. Mentre Alonso battaglia per restare quinto, Massa non trova mai il passo e perde l'ottava posizione a favore di Raikkonen. Per il brasiliano è un'altra giornata storta, le prolungate sportellate con Senna al 48° giro (che voleva approfittare di un attacco di Ricciardo ai danni dello stesso Massa), lo obbliga a entrare anzitempo ai box con danni alla fiancata, alla sospensione e all'alettone destro. Al 37° giro il momento chiave del gran premio. Petrov parcheggia lungo il rettilineo la sua Caterham con il servosterzo rotto, secondo tradizione 2011 (Trulli ne sa qualcosa), fregandosene di chi corre. Obbligatorio l'ingresso della safety car. Alla ripartenza, Hamilton e Alonso sono i più sfortunati, complici le soste, rimangono dietro, rispettivamente, a Vettel e Webber. Così Seb soffia il secondo gradino del podio all'inglese e rovina la doppietta McLaren. Negli ultimi giri Maldonado, dopo aver messo ko in avvio Grosejan, tallona il ferrarista, lo pressa sul serio, ma proprio a pochi km dal traguardo si fa fuori da solo mettendo le ruote sull'erba e perdendo il controllo della monoposto. Entrano con merito, tra i primi dieci, Kobayashi e Perez su Sauber, Ricciardo su Toro Rosso e l'eccezionale Raikkonen. Partito in fondo allo schieramento, distratto dalle bandiere di cui via radio chiedeva il significato, il finlandese battezza il suo ritorno con il settimo posto. Ha ragione Whitmarsh, il capo della McLaren: «Tanti saranno competitivi quest'anno».