Alessandro Fusco Conta solo vincere.

Il3-0 con cui il Milan si sbarazza del Cagliari, invero poco incline a dare credibilità al proprio ruolo di ostacolo sulla strada dei rossoneri, gli consente di rimanere attaccato alla Juventus di Conte dando corpo a un duello per lo scudetto cui, verosimilmente, assisteremo fino alla fine della stagione. Allegri ha il suo bel da fare per mettere in campo un centrocampo decente. Fuori Gattuso, Flamini, Boateng, Aquilani, Merkel e infine Ambrosini costretto in panchina per l'influenza in extremis il ruolo di intermedio destro tocca allo stralunato Emanuelson che può metterci solo tanta corsa. Seedorf trova libero il ruolo che predilige, quello di trequartista, e davanti si ritrova Robinho vicino a Ibrahimovic. Il Cagliari lascia in panchina Conti, schiera davanti il nuovo acquisto Pinilla accanto a Ibarbo, unico vero pericolo potenziale per la porta di Abbiati. Gli isolani di Ballardini interpretano a dovere i primi 30' rischiando nulla poi, però, si accende Ibrahimovic e sono dolori. Al 32' lo svedese calcia divinamente una punizione dai 25 metri, il pallone gira sulla barriera e si infila nel sette alla destra di Agazzi, un capolavoro che firma il 15° gol in 17 match per il centravanti. Passano 7' e Mexes lancia il pallone in area, Ibra lo addomestica appoggiandolo di petto a Nocerino che dal limite scaglia un dardo col sinistro nell'angolo basso di Agazzi, 2-0. Il mediano eguaglia Benetti a quota sette gol, record nel ruolo della storia rossonera, ma Nocerino ha un intero girone di ritorno per superarlo. Nel secondo tempo Ballardini fa entrare Thiago Ribeiro e El Kabir provando un 4-2-4 spericolato solo nelle intenzioni. In realtà la squadra si allunga consentendo ad Ambrosini, subentrato a Seedorf, di battere per la terza volta Agazzi con un bell'esterno destro al 75'. Nel secondo tempo non succede altro anche grazie ad Agazzi, il Milan c'è.