«Sto pensando di andarmene»

Tottiminaccia l'addio e poi corregge il tiro, De Rossi glissa sul suo futuro, Osvaldo non si presenta dopo che nel pomeriggio aveva dovuto chiedere scusa a Borriello, Luis Enrique e Baldini per il mancato saluto al momento della sostituzione di lunedì con la Juventus. Surreale, ma vero: tutto accade alla cena di Natale della Roma, in un momento già critico di per sé. Alla faccia del buonismo, le parole del capitano mettono in secondo piano tutto il resto. «Se ho mai pensato di andare via dalla Roma? Sì - risponde convinto Totti dentro il museo Maxxi ai microfoni di Sky - soprattutto ultimamente. E se le cose continuano in questo verso continuerò a pensarci...». Uno sfogo clamoroso e inatteso. Ma c'è una miccia: martedì sera un gruppo di «tifosi» lo ha avvicinato all'Eur e lo ha accusato per il rigore sbagliato contro la Juventus: «Non sei più buono. Lascia perde» il tono delle accuse che lo hanno ferito. Il capitano reagisce contro l'ambiente avvelenato, ma dietro al suo malessere c'è tanto altro: il ruolo sgradito in campo e la certezza di non essere più in primo piano all'interno di una Roma che pensa al futuro: «Se il problema della Roma sono io, come ho sentito, ci penserò. Non ce l'ho con la società, il mister e i compagni, mi dispiace solo sentire certe cose dai tifosi romanisti». Uscendo dalla festa, quando il tam tam sul suo possibile addio s'era già scatenato ha precisato: «Le mie parole sono state ingigantite. Resto alla Roma? Certo, sempre». Maledetto rigore sbagliato. «Se avessi segnato credo che avremmo vinto e sarebbe cambiata la partita. Il cucchiaio? Ci ho pensato, ma per rispetto di Buffon non l'ho fatto. Ma forse sarebbe stato meglio... Avevamo affrontato a viso aperto la squadra più forte del campionato. Io cerco sempre di dare il massimo, la squadra è compatta e unita, alla fine usciremo anche da questa situazione». Poi Totti si toglie un altro sassolino dalla scarpa: «Giocando più vicino alla porta ho più occasioni da gol». Ma Luis Enrique da questo orecchio non ci sente e ha già detto più volte al capitano che intende continuare a schierarlo da trequartista. In soccorso di Totti è arrivato De Rossi: «Dovremmo fare i professionisti e non sentire nessuno, mettendoci un gradino più in alto rispetto a chi ci critica, spesso per motivi prevenuti. Invece siamo di Roma e sentiamo tutti. Dopo quel rigore ho letto cose assurde: allusioni che, dopo quello che Francesco ha fatto per la Roma, non dovrebbero esistere nemmeno se buttasse il pallone nella propria porta con le mani. Noi due comandiamo molto meno di quanto si pensi». E il futuro di De Rossi? «Quello prossimo sarà a Roma, ma non credo che stasera sia il caso di parlare di mercato». Parole che fanno tornare in discussione anche il suo contratto pronto per la firma dopo il rilancio a 6 milioni della società. «Vogliamo - assicura il ds Sabatini - dare a Daniele il futuro che merita. Totti? È ferito ma non andrà mai via». Singolare che la figura del più buono nella serata la faccia il più infuriato: Borriello. «Sto bene anche se gioco poco. Arriveranno momenti migliori. Non faccio polemiche, è Natale». Non per Totti.