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Domenico Latagliata TORINO Rispetto, ma non paura.

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Partitascudetto o no («è presto per dirlo», ha buttato lì Conte), trattasi del primo vero esame cui si sottopone la Signora nuovo corso. ìIl nostro approccio non dovrà cambiare, vorremo fare la partita come sempre», è il proclama del tecnico bianconero. Tradotto: se arrivassero i tre punti, magari potrebbe anche essere sdoganata la parola scudetto. In caso contrario, testa bassa e musi lunghi: «Sarà una sfida tra una grande e una squadra che sta studiando per diventarlo. Noi dobbiamo pensare sempre da dove arriviamo e cosa ci è successo». Desiderio di guardare troppo avanti non ce n'è: «Se firmerei per il terzo posto? Questa è un'imboscata – scherza Conte -. Io dico solo che a oggi c'è da lavorare tanto: se lo faremo, qualche firma la metteremo anche noi. Ma le firme più importanti sono quelle che si lasciano nella storia di questa società: auguro ai miei calciatori di scrivere il loro nome nella storia bianconera». Qualcuno ci è ovviamente già riuscito, altri non ancora ma stanno lavorando per quello. E magari, proprio contro i campioni in carica, ritroveranno il miglior se stesso: è il caso di Chiellini, andato a spasso sia contro il Bologna che a Catania ma per Conte «uomo e giocatore super affidabile. Io ragiono in maniera molto approfondita anche sui gol subiti: la colpa non è mai di uno solo». Avanti, allora: contro Ibrahimovic («valore aggiunto») ma con Pirlo che stavolta sarà da questa parte e che, oltre a Marchisio, potrebbe essere affiancato anche da Vidal. Dal canto suo il Milan ostenta serenità: «Dopo la sosta probabilmente rientreranno tutti i nostri infortunati – ha detto Allegri - ed è un bel segnale. Giocheremo contro un'ottima squadra che lotterà per il titolo, non ho dubbi: dovremo essere preparati anche e soprattutto mentalmente». «A Torino per vincere e convincere. Lo stadio della Juve? Complimenti ma per noi a Milano c' troppa burocrazia, ha detto ieri Berlusconi sbarcando a Milanello dall'elicottero.

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