Alessandro Fusco Dunedin è la città più «celtica» della Nuova Zelanda (il nome proviene da Dun Eideann, toponimo gaelico di Edimburgo) ed è piena di abitanti di origine irlandese.

IVerdi di Declan Kidney, infatti, hanno potuto godere di due giorni di riposo in più rispetto agli Azzurri che martedì scorso si sono dovuti impegnare a fondo per battere gli Usa con il punto di bonus: «Siamo pronti - ha detto il capitano Sergio Parisse - il nostro staff ha programmato tutto nei minimi particolari per consentirci di recuperare al meglio. Inoltre, questa è la partita che aspettiamo da quattro anni, le energie si moltiplicheranno». E proprio una scarica di energia ha percorso la squadra nell'ultimo allenamento quando uno screzio tra Castrogiovanni e Bocchino si è concluso con le scuse di entrambi di fronte al gruppo: «Sono cose che capitano - ha glissato Parisse - segno che tutti abbiamo la tensione giusta». Sarà proprio il caso, vista la posta in palio. Chi vince oggi accede ai quarti di finale, chi perde va a casa. Per l'Italia significherebbe ottenere un risultato mai raggiunto prima e guadagnarsi uno storico quarto di finale contro il Sudafrica campione del mondo. Sarebbe il modo migliore per salutare il ct Nick Mallett, il sudafricano che ha mostrato tutta la sua commozione nell'annunciare la formazione di quella che potrebbe essere la sua ultima partita alla guida dell'Italrugby: «Ho guidato gli Springboks alla vittoria nel Tri-Nations, lo Stade Francais vincendo due scudetti in Francia, ma il legame che ho sviluppato con questo gruppo non lo dimenticherò mai - ha detto Mallett - questi ragazzi hanno un cuore smisurato e oggi hanno la possibilità concreta di fare la storia del rugby italiano». Proprio così. Negli ultimi due anni il lavoro di Mallett ha migliorato questo gruppo ringiovanendolo e facendolo crescere sul piano della personalità e dei valori tecnici, portandolo solo un gradino sotto le migliori del mondo. Lo dimostrano la vittoria nel Sei Nazioni contro la Francia del marzo scorso, il primo tempo contro l'Australia qui al mondiale ma anche l'ultimo precedente contro l'Irlanda. Proprio nel Sei Nazioni al Flaminio gli Azzurri sfiorarono la vittoria perdendo 11-13 per un drop all'ultimo minuto di un match a lungo dominato. Kidney sa che corre un pericolo tremendo contro questa Italia e lo tradisce schierando una mediana a sorpresa. Dentro l'esperta apertura O'Gara - al passo d'addio - e il giovane n. 9 Conor Murray, 22enne scelto per la sua fisicità. Il pack azzurro incute timore.