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Domenico Latagliata TORINO La Juventus che ti aspetti alla prima di campionato: cattiva, aggressiva, volenterosa.

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Nonpuò allora che finire tanti a pochi l'anticipo prandiale della domenica: 4-1, bianconeri in paradiso nel loro nuovo stadio e ducali all'inferno nonostante il rigorino trasformato nel finale da Giovinco. La domenica perfetta della Juventus, al di là dei marcatori (Lichtsteiner, Pepe, Vidal e Marchisio) ha un nome e un cognome: Andrea Pirlo. Semplicemente dominante e illuminante dal primo all'ultimo minuti: i 35.000 presenti ci hanno messo dieci minuti a inchinarsi ai suoi piedi. L'ex milanista, chissà perché lasciato libero di muoversi da un Parma che non ne ha azzeccata una, ha fatto e disfatto ogni qual volta aveva il pallone tra i piedi. Così, quando Pirlo (toh) ha spedito in rete Lichtsteiner con un cucchiaio da applausi e basta, il Parma si è sciolto e avrebbe potuto andare al riposo già sotto di due gol se Celi non avesse annullato un gol a Matri, apparso poi valido. Del resto sarebbe stata solo una questione di tempo per arrotondare il punteggio: pennellata Del Piero, sberla di Pepe e 2-0 servito a inizio ripresa. Il resto è stato buono per lo spettacolo e per prendere fiducia: gol di Vidal, entrato a partita in corso, poker di Marchisio (splendido) con un tocco al volo di destro su magia del solito Pirlo. Poi, nel finale, il rosso a De Ceglie e il rigore seguente trasformato da Giovinco: dettagli, alla fine. Con la Juve che ha anche sperimentato un 4-3-3 dove Vidal andava più o meno dove voleva.

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