Il gelo continua

La quiete fa rumore quanto la tempesta. All'indomani della conferenza di Walter Sabatini, Francesco Totti resta in silenzio. Assordante. Non parla da quasi due mesi e non ha intenzione di farlo nei prossimi giorni. Allenamenti e bocca tappata. Il capitano vuole andare avanti così e non intende cambiare strategia neanche se gli verrà chiesto di fare il contrario. Ha passato il weekend fuori Roma con la famiglia ma da domani si ritroverà sommerso dalle acque sempre più agitate che circondano il fortino giallorosso. Totti ha letto e poi ascoltato le parole di Sabatini ed è rimasto interdetto. Sentire che la sua situazione «rischia di uccidere la Roma» lo ha scosso. Perché non parlarsi a quattr'occhi? E perché dire queste cose soltanto adesso? Sono le domande che il capitano si sta facendo in queste ore, tra le più difficili della sua carriera. Domani l'incontro con il ds e Luis Enrique sarà inevitabile: il pomeriggio ricominciano gli allenamenti a Trigoria. Sabatini è altrettanto deluso e preoccupato. Non ha gradito alcune interpretazioni delle sue parole, l'intento era riparatore e invece ora si ritrova a dover gestire un caso ancor più amplificato e spinoso. Il ds ha deciso di intervenire dopo aver fiutato una strana aria nello spogliatoio. Luis Enrique e alcuni dei nuovi, Bojan in primis, sono rimasti spiazzati dal tanto rumore scatenato dalla gestione di Totti. L'allenatore teme che l'ambiente non gli consenta di fare le sue scelte in libertà e ha addirittura pensato di farsi da parte, alcuni giocatori si chiedono se e quanto riusciranno a diventare protagonisti in una Roma Totti-centrica. Normali pensieri che hanno sempre accompagnato i protagonisti vissuti a Trigoria in questi anni, solo che stavolta si è deciso di mettere tutto in piazza, alimentando la «schizofrenia» della città. Franco Baldini, il primo ad accendere l'attenzione sul caso, resta defilato, a maggior ragione in questi giorni che lo vedono impegnato con la nazionale inglese. Venerdì è stato informato soltanto di sera delle parole di Sabatini, ieri ha preferito non aggiungere altro. Il suo arrivo si avvicina così come l'inevitabile confronto col capitano: sarà fondamentale, probabilmente risolutivo di una situazione dal finale ancora non scritto. Totti ha sempre in testa l'idea di un clamoroso addio, con trasferimento negli States, la Roma americana continua a volerlo qui ma nei panni del giocatore. E basta. DiBenedetto ha preso atto delle parole di Sabatini ed è convinto che abbia agito con l'unico scopo di aiutare la Roma. Mr. Tom diventerà presidente tra un paio di settimane e allora è il «reggente» Roberto Cappelli a intervenire, dando voce anche all'azionista di minoranza Unicredit. «Siamo fiduciosi - spiega l'avvocato presidente ad interim della Roma - la campagna acquisti è stata molto soddisfacente, ora aspettiamo l'inizio del campionato. Totti è un grande giocatore e saprà trovare uno spazio importante all'interno del nostro progetto». Domenica prossima, intanto, capirà ancora meglio quanto spazio avrà in campo: l'attesa per le scelte di Luis Enrique in vista della gara con il Cagliari è già spasmodica. Osservatore attento è Daniele De Rossi, sempre più padrone del suo destino. La pausa di riflessione sul contratto, oltre alla possibilità di strappare qualche soldo in più, gli darà il tempo di verificare la concretezza del nuovo progetto e la forza di Luis Enrique. Molto passa per il rapporto con Totti, ma occhio a non dimenticare De Rossi.