Totti e la Roma, il grande gelo

Distanti. Troppo distanti. Non sono soltanto i chilometri che li dividono a creare un pericoloso vuoto tra Francesco Totti e Franco Baldini: due figure chiave della Roma che hanno molte cose da chiarire. Lo faranno faccia a faccia, alla prima occasione possibile. Intanto si lanciano messaggi. Il capitano ha avuto un approccio a dir poco freddo con la nuova proprietà, non ha gradito il fatto di essere stato così poco coinvolto in questa fase di lancio del progetto e così ha preferito non partecipare alla presentazione delle maglie al fianco di DiBenedetto e Luis Enrique, tantomeno parlare in conferenza a Riscone. Intanto in questi giorni è nato un bel rapporto con l'allenatore e l'umore di tutti è sembrato più sereno. Un'illusione: ieri le parole di Baldini hanno aperto pubblicamente il caso. «Totti ha davanti ancora 4-5 anni di carriera. Se saprà guardare solo al calcio e non farsi carico di altro. Ma - ha detto il dg in pectore a Repubblica - deve liberarsi della sua pigrizia e di chi usa il suo nome, anche a sua insaputa. Deve smettere di lasciare fare, più leggero sarà, più lontano andrà con il pallone». Frasi che a Totti, inutile dirlo, non sono affatto piaciute. Lo hanno sorpreso e colpito, ma ha preferito rinviare la risposta per non gettare altra benzina su un fuoco che arde da un bel po'. L'intervista di Baldini è stata anche tradotta e inviata al presidente DiBenedetto, un po' spiazzato da questa nuova polemica e convinto che un confronto «costruttivo» tra le parti possa comunque giovare alla Roma. Il capitano viene informato di prima mattina e subito dopo l'allenamento mattutino a Riscone si fa dare il giornale e lo legge tornando in albergo. Trova ingiusto essere accusato di pigrizia da un dirigente che lo ha conosciuto tanti anni fa a Trigoria. I due probabilmente non si sono mai amati ma neanche detestati, tanto che Baldini era tra gli invitati del matrimonio di Totti con Ilary nel giugno 2005, quando aveva già rassegnato le dimissioni dalla Roma. Cos'è successo nel frattempo? Baldini ha preso strade diverse, il capitano è diventato nel tempo molto più di un calciatore, dentro e fuori Trigoria. Ed è proprio questo che fa storcere il naso al futuro dg della Roma: nella sua testa Totti deve tornare ad essere soltanto un giocatore. Per il suo bene e quello dei compagni. Non può toccare a lui difendere la società in pubblico o contattare gli allenatori o i giocatori da acquistare sul mercato, come accaduto anche di recente con Buffon e Pirlo. Un processo di «normalizzazione»: questo vorrebbe Baldini, che con le sue parole non si rivolge soltanto al capitano ma a tutto l'universo che lo circonda. Il dirigente aveva già parlato chiaro con l'uomo di fiducia del numero 10, Vito Scala, nella prima riunione operativa del nuovo organigramma. Pare, ad esempio, che Baldini abbia contestato il numero di uffici che Totti e il suo entourage controllano a Trigoria. Emblematica, poi, la vicenda del fisioterapista Vincenzo Buzzi, molto legato al capitano ed escluso dal gruppo partito per Riscone su input di Baldini: Totti avrebbe addirittura minacciato di non partecipare al ritiro se non si fosse risolta la situazione. Non è stato accontentato, ma Buzzi dovrebbe comunque rientrare in qualche modo nel mondo Roma. Ma non basta mettere «pezze» qua e là per risolvere un problema così complesso. Solo quando Baldini si trasferirà in pianta stabile a Trigoria - non prima di ottobre - potrà riavvicinarsi a Totti. E viceversa. In fondo, basta volerlo: entrambi hanno in comune una voglia pazzesca di rivincite.