Italian job assoli e Astensioni

Andatoa segno il primo colpo vero della nuova gestione americana, la Roma si appresta a entrare nel vivo della campagna acquisti, ma soprattutto a passare definitivamente nelle mani di DiBenedetto & Co.. Una svolta epocale per il club giallorosso che sta per diventare la prima «grande» società del calcio italiano a finire in mani straniere. E sì che in molti avevano provato, movendo le solite leve politico-istituzionali, a trovare una soluzione italiana. «Ti pare che la Roma può finire in mani straniere!?» dicevano in molti solo qualche mese fa convinti che poi si sarebbe trovata la solita soluzione all'italiana. E ti pare sì! Soprattutto se la famosa «cordata romana» si è andata sciogliendo «work in progress» probabilmente prima ancora di aver preso realmente corpo. I faccendieri del momento ce l'avevano messa davvero tutta per mettere in piedi qualcosa di credibile, lasciando anche spazio a qualche «assolo» davvero insolito, ma alla fine tutto era stato vano. Ma adesso, a giochi praticamente fatti, questa «cordata» sembra riprender corpo per acquisire la metà del quaranta per cento in possesso di Unicredit (valore circa 14 milioni). Che la banca avesse già in mente (e messo nero su bianco) una «exit line», non è un segreto, ma il fatto che ci si stia già muovendo per rilevarla, e in tutta fretta, è una novità: anche perché nei patti parasociali la scadenza per questo passaggio è fissata entro il primo semestre del 2012. Francesco Angelini, uno degli imprenditori che prima dell'ingresso di DiBenedetto si era detto interessato se non a prendere da solo, almeno a partecipare all'acquisto del pacchetto di maggioranza della Roma («Sono pronto ad aiutare i Sensi» disse a marzo 2010), sembra non aver cambiato idea. Sarebbe proprio lui il primo romano a voler metter piede nella nuova Roma. E molto probabilmente non sarà da solo. Dulcis in fundo, la Sensi, alla riunione di Lega per i diritti tv, si asterrà. Così vuole lo zio Tom.