La stangata Uefa

"Squalifica a vita per i giocatori che non denunciano le combine". "No, non l'abbiamo mai detto". Come se non bastasse la confusione generata da un'inchiesta sempre in bilico tra dramma sportivo ed enorme bolla mediatica, ieri ci ha pensato l'Uefa di Platini a rimestare ulteriormente le acque. Varando in un primo momento la tolleranza zero per poi rimangiarsi, parzialmente, la parte più destabilizzante del provvedimento: la radiazione di qualsiasi tesserato non corra subito a denunciare un apparente tentativo di combine. Meglio andare con ordine: a Nyon il Comitato esecutivo Uefa deve decidere se inasprire le pene contro il calcioscommesse dopo lo scandalo italiano. La sfuriata di giovedì di Platini ("chi trucca le partite non dovrà mai più giocare a calcio") lascia presupporre provvedimenti drastici e così, in un primo momento, è: "Abbiamo inserito l'obbligo per i giocatori e tutti i membri di club di denunciare qualsiasi tentativo di corruzione", spiega il segretario generale Gianni Infantino. In pratica, la regola che già esisteva per gli arbitri, è stata allargata a tutti i tesserati. Poi la conclusione: "L'Uefa ha già squalificato a vita due arbitri per non aver riportato una proposta di corruzione. Con le nuove regole, tutti gli altri componenti del calcio rischiano lo stesso". In breve la notizia fa il giro del mondo, facendo molto rumore. Forse troppo, perché dopo alcune ore la Uefa specifica: "Le nuove norme che saranno pubblicate il primo luglio non prevedono alcuna squalifica a vita". In pratica, la possibilità della radiazione c'è (la prevede la norma sugli arbitri ora allargata a tutti i tesserati) ma resta un provvedimento da adoperare solo in casi estremi, all'interno di un range di sanzioni che può limitarsi alla semplice ammonizione. D'altronde, la sola ipotesi in un primo momento aveva fatto storcere il naso a molti: "Diffidate di chi parla di tolleranza zero - aveva ammonito il presidente Coni Petrucci - basta far rispettare le leggi che già ci sono". "Non mi piacciono queste misure poliziesche, a questo punto perché non introdurre la pena capitale", valgono solo per le competizioni sotto l'egida dell'Uefa, cioè coppe e qualificazioni e fase finale dei campionati europei. Prevedono, tra le altre cose, che non possano essere rigiocate le partite "incriminate" ma che, se un club è riconosciuto colpevole di corruzione, gli si potrà togliere il trofeo a posteriori. Se la corruzione per una gara di girone della Champions è avverata dopo la suddetta fase, il club colpevole viene escluso e sostituito dalla formazione che lo segue in classifica. Tornando ai «fattacci» di casa nostra, ieri il presidente Figc Abete ha scartato l'ipotesi di uno slittamento dei campionati per via del calcioscommesse: "Non la prendo neanche in considerazione - il suo auspicio - ci sono i tempi sufficienti per poter portare a termine le indagini".