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Domenico Latagliata Era quasi normale che finisse così, vista la stagione.

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Perdi più – e non è un particolare trascurabile – la Signora viene sconfitta da un supergol di Sebastian Giovinco: ex di lusso,. Capace di segnare tre gol in due partite alla squadra che l'ha cresciuto e che la scorsa estate non lo ritenne all'altezza de nuovo corso. Come non detto, invece: il Parma ha vinto due volte su due contro la Juve, il Piccoletto ha segnato tre gol uno più bello dell'altro e i processi possono andare avanti all'infinito. Ciambella di salvataggio? Nessuna, a meno di non considerare tale una improbabile sconfitta della Roma domenica prossima con la già retrocessa Samp e una contemporanea vittoria bianconera contro il Napoli. Meglio allora pensare al futuro vero, senza più Del Neri e con una squadra che avrà bisogno di robuste iniezioni di qualità. «Siamo fuori dall'Europa dopo un campionato di alti e bassi – ha spiegato il tecnico alla fine -. Dopo il gol di Giovinco non abbiamo reagito ed è un peccato, perché volevamo finire meglio la stagione. Non direi che è mancato il cuore, ci son stati errori e questioni particolari. Ora senza obiettivi è dura: lavoreremo per concludere al meglio con il Napoli». Non c'è nemmeno voglia di un'autodifesa, quasi. Il solo sussulto di orgoglio arriva quando gli si chiede se intenda dimettersi: «Non ci penso proprio. Deciderà la società il da farsi, ma io sono vincolato da un contratto e tale resto». Potrebbe bastare. E in effetti basta così. Con la chiosa di Chiellini: «Dopo la gara di andata contro il Parma il giocatolo si è rotto. Abbiamo perso mille treni, non uno soltanto. Si cambierà? Per forza di cose qualcosa succederà e partiranno magari anche giocatori che non ti aspetti». Lui per primo, forse.

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