dall'inviato a MILANO Tiziano Carmellini Ancora l'Inter, ancora la Roma che esce battuta.

Forselo è già così, ma il pareggio di ieri sera nello stadio milanese ha mostrato qualche progresso, seppur non sufficiente a restare in corsa nella coppa Italia. In finale va l'Inter di Leonardo che affronterà il Palermo il prossimo 29 maggio all'Olimpico di Roma: e questo fa forse ancora più male. Al danno si aggiunge la beffa con lo striscione apparso al centro della tribuna interista: «Er go' de Turone erabbono». Partita equilibrata con l'Inter che parte forte e la Roma lentamente in ripresa che guadagna metri sul campo col passare dei minuti. Il nuovo rombo di centrocampo rallenta le sortite nerazzurre, anche grazie a un De Rossi tornato finalmente molto vicino ai suoi livelli standard. Occasioni da reti clamorose nessuna, le due squadre stanno più attente a non prenderle che a darle e all'Inter va benissimo così. Lo 0-1 dell'andata all'Olimpico costringe la Roma a dover fare la partita, ma la spinta non è quella che dovrebbe essere con i giallorossi che si perdono negli ultimi metri e sono costretti a provarci da fuori. Dall'altra parte l'Inter non fa molto di più e i due portieri sono inoperosi. Nella ripresa cambia tutto. Pizarro, già zoppicante durante il riscaldamento, viene sostituito da Greco. La Roma si mette 4-4-2 fino al cambio successivo: fuori Simplicio dentro Vucinic con i giallorossi che tornano sul 4-2-3-1. Nemmeno il tempo di sistemarsi in campo e l'Inter passa, grazie all'ennesima dormita giallorossa. I difensori della Roma peccano d'ingenuità e si fermano su un fallo di mano dubbio. Eto'o invece gioca, vede lo spiraglio e ci infila il pallone che spacca a metà la gara: fa 1-0 e salita sempre più ripida per ciò che resta della Roma. I giallorossi accusano il colpo e solo un miracolo di Doni su Pazzini (altra dormita difensiva) evita il tracollo della Roma che invece resta in partita. Altri cambi: dentro Milito (Pazzini) e Caprari (Menez) e la differenza forse è tutta lì. L'ingresso di Vucinic dà comunque corpo alla manovra giallorossa ma sul doppio palo di Borriello (altra gran cosa del montenegrino) il messaggio è chiarissimo: non è serata. E a poco serve, se non ad incendiare il finale, il gol di Borriello (39') che concede alla Roma altri otto minuti di speranza, assieme al rigore non concesso da Orsato per il fallo di Juan su Milito lanciato a rete. Finisce così, con la panchina della Roma che perde le staffe su un fuorigioco dubbio e per i soli tre minuti di recupero, e con Burdisso che si scaglia contro gli ex compagni. Episodio poi chiarito nello spogliatoio giallorosso con la visita di Milito, Samuel e Cambiasso. Il risultato bugiardissimo non cambia la sostanza: l'Inter va in finale con il Palermo, per la Roma un'altra amarezza... l'ennesima.