Montella carica: "Guai a fermarsi"

C'è un po' di Luciano Spalletti e un po' di Claudio Ranieri nell'ultimo Vincenzo Montella. Mosse dettate dal rispetto di quei «giusti comportamenti» tanto decantati nel periodo spallettiano e un piglio molto simile a quello ranieriano di un anno fa quando pronunciò un «io ci credo, chi ci crede mi segua, chi non ci crede si faccia da parte» all'alba delle ultime due giornate di un campionato vissuto intensamente fino all'ultimo minuto. Un po', anche se in scala minore, come quello attuale. Sei punti in palio con Catania e Sampdoria, due da rosicchiare all'Udinese, al momento sinonimo di quarto posto e Champions League, e Lazio raggiunta dal punto di vista aritmetico ma superata all'atto pratico in virtù della supremazia negli scontri diretti. Per non parlare di una Coppa Italia che mercoledì, nella semifinale di ritorno contro l'Inter, offrirà comunque una piccola chance di rimontare lo 0-1 dell'andata griffato Stankovic e di allungare la stagione con una finale. Alla Roma, per fare bingo, serve un filotto: due vittorie senza se e ma in campionato, lo scivolone su qualche buccia di banana da parte di Udinese e Lazio e un mezzo miracolo a Milano. Montella, sotto sotto, ci crede e lancia avvisi ai naviganti di Trigoria, come ieri durante un conciliabolo di rito durante l'allenamento. La bocciatura di Menez, reo di essersi allenato malamente durante la settimana e di tenere un atteggiamento svogliato, è proprio un segnale in tal senso. Dopo il botta e risposta via microfono di sabato - «Ho messo Caprari perché aveva più voglia di giocare di Menez»; «Non ho capito la scelta del mister, lui sa che sto bene e mi domando pourquoi? pourquoi? pourquoi?» - ieri la chiacchierata in separata sede a Trigoria tra i due «litiganti», Vincenzo Montella e Jeremy Menez, con la partecipazione del direttore operativo Gian Paolo Montali nei panni del mediatore. L'Aeroplanino ha confermato quanto detto in precedenza, puntando il dito contro gli atteggiamenti e gli ultimi allenamenti del francesino. L'accusato, esortato sia da Montella che da Montali a dare il massimo nei prossimi appuntamenti perché non saranno fondamentali solo per la Roma del presente ma anche per quella del futuro, ha ascoltato tutto e fatto cenno do aver appreso la lezione. Guarda caso, per una serie di infortuni, squalifiche e incastri, Menez potrebbe ritornare utile nelle prossime tre gare. A Milano, infatti, non ci sarà il più che incerottato Brighi (frattura del terzo prossimale diafisario del perone destro: niente operazione ma comunque un paio di mesi di stop), dovranno marcare visita gli squalificati Totti (che non dovrebbe essere sottoposto alla prova tv per avere alzato il gomito su Van Bommel) e Taddei mentre Rosi, destinato comunque a farcela, sta così e così per un problema all'inguine. Tutto questo significa largo a Borriello e al ritorno di De Rossi e Perrotta, squalificati (salvo ricorsi accolti) fino alla fine del campionato. E forse anche a Menez, in ballo pure per Catania. Ma solo se avrà appreso davvero la lezione. Dura lex sed lex, ma sarà uguale per tutti. Chi si ferma è perduto. Anzi, perde la fiducia di Montella.