Roma, guerra di successione

Il desiderio inesaudito di Montella è la sintesi di tutto: «Se ci fossero qui persone legittimate dalla nuova proprietà sarebbe meglio per tutti». Ma queste persone, scelte dagli americani ben prima di acquistare la società, ancora non sono arrivate e Trigoria rimane una terra di nessuno. Quindi di tutti: giocatori, tecnici, dirigenti e procuratori. Ognuno va per la sua strada, chi infischiandosene di una stagione ormai incanalata verso il fallimento, chi combattendo una personale battaglia per provare a restare sulla nave. Il caso scoppiato ieri, attorno a una questione tutto sommato marginale, è solo uno dei tanti esempi. Finita la conferenza stampa di Montella, prende la parola il direttore operativo Montali per spiegare che «non c'è una comunicazione As Roma diversa da quella nostra ufficiale. Mi è stato riferito, con tanto di documentazione scritta, che nessuna persona può parlare a nome di chi lavora per la Roma, e neanche per il nuovo presidente DiBenedetto. Chiunque lo faccia non è una fonte ufficiale. Ho saputo che il nuovo presidente non è contento di questo». Eppure lo stesso DiBenedetto, che presidente lo diventerà a fine campionato, ha incaricato la Open Gate Italia di curare la sua comunicazione sin dalle battute finali della trattativa con Unicredit. Lo testimonia la presenza del presidente di Open Gate Tullio Camiglieri e del suo socio Franco Spicciariello alla conferenza di Boston per celebrare la firma dell'accordo. Qualcosa non torna. Nella Roma ci sono due anime che viaggiano su binari diversi. Mentre gli attuali dirigenti contattano nuovi allenatori e giocatori, Sabatini presenta il suo piano (completamente diverso) a DiBenedetto e Baldini guida le fila dall'Inghilterra. Nel caso specifico di Montali, l'equivoco nasce dalla promessa di un incarico importante fattagli da qualche rappresentante di Unicredit e resa irrealizzabili dalle legittime scelte degli americani: Baldini e Sabatini sono gli uomini a cui verranno affidate le chiavi della Roma, per tutti gli altri il futuro è da valutare. Se Pradè e Conti possono almeno contare su un contratto fino al 2013 e puntano a restare con incarichi diversi, il contratto di Montali scade a giugno. Ce ne sarebbe uno concordato dal dirigente con Unicredit, ma DiBenedetto è stato chiaro: il futuro direttore generale si chiama Baldini. La rivoluzione di Trigoria è annunciata a tutti i livelli e l'imminente cambio di proprietà ha scatenato una pericolosa guerra di successione. Ne fa le spese la Roma, spaccata dentro e fuori. L'agguato a Menez è l'ultima pagina di una stagione avvelenata. Follie, tensioni e un allarmante distacco dai tifosi: l'Olimpico oggi sarà semideserto per la gara a ora di pranzo con il Chievo. Lo ha detto De Rossi: «Ci meritiamo questo».