Rivoluzione

La parola d'ordine è rifondazione. La più gettonata dal popolo romanista stanco di vedere una squadra che si scioglie sempre sul più bello, sbaglia tutti i match point (e quest'anno ne ha avuti parecchi nell'insolito campionato) e non riesce a fare il salto di qualità necessario per guadagnarsi un posto nella Champions del prossimo anno. È l'ennesima conferma di un progetto fallimentare che ha portato all'attuale situazione di stallo. La Roma resta sospesa tra passato e futuro, con un presente molto faticoso (malgrado i suoi attori protagonisti non siano comparse), nel quale poco altro si può fare se non richiamare i giocatori a un saggio senso di responsabilità. Ecco il discorso poi alla fine potrebbe ridursi a questo, al fatto che i calciatori professionisti della Roma non devono e non possono avere più alibi e dimostrare in queste ultime sette partite di campionato, se siano o meno da Roma e se potranno far parte del nuovo gruppo: quello del futuro. Difficile dire al momento chi resterà e chi andrà via, perché le scelte tecniche verranno fatte di concerto con il nuovo tecnico che però non è ancora stato ufficializzato (ma di certo Baldini & Co. hanno idee molto chiare in merito). Bisognerà vedere in che maniera i giallorossi giocheranno nella prossima stagione, ma la cosa certa che la Roma targata DiBenedetto dovrà ripartire da un ossatura molto salda, fatta di tradizione, ma soprattutto talento e voglia di fare. Tutto però con la consapevolezza che in una società moderna, che proverà a rientrare nel calcio che conta, non ci potranno essere ne sconti, ne alibi: per nessuno. Ossatura che non potrà ripartire dalla bandiera riconosciuta in capitan Totti, dal talento di Pizarro a centrocampo e dalla caparbietà difensiva di Burdisso. Ma andiamo con ordine. Il primo problema da risolvere è quello legato al portiere. Lì dietro serve un giocatore di esperienza e personalità, uno in grado di trasmettere sicurezza al reparto difensivo. Doni ha detto di voler restare e la cosa non è da escludere vista la stima passata di Baldini (sul quale ieri Capello è sembrato chiaro: «Per ora resta con me»), probabile però arriverà un colpo lì dietro. Si parla di Buffon e l'ipotesi intriga, anche se il campione del mondo non sta attraversando un bel momento e sembra aver seri problemi con la schiena. Julio Sergio in partenza, Lobont può restare per fare il terzo. Reparto difensivo, vera delusione di questa stagione fin qui da dimenticare, letteralmente da rifondare. Restano sicuro solo Burdisso e Cassetti al quale è stato appena rifatto il contratto (nonostante qualche dissapore di vertice) e che probabilmente dovrà accodarsi al terzino destro titolare che la Roma sta cercando. Mexes parte: il suo passaggio al Milan purtroppo ormai è più di un'indiscrezione. Juan non è escluso che resti (comunque in dubbio), ma anche qui andrà fatto un discorso, perché il brasiliano quest'anno ha giocato una stagione da dimenticare. Gli altri a casa, tutti. Sulla mediana confermato Pizarro, mentre De Rossi dovrà decidere il suo futuro. Non è un segreto che il centrocampista giallorosso abbia pensato al fatto di poter lasciare la capitale nonostante la sua manifesta romanità. Un discorso che il nuovo dg dovrà fare a quattr'occhi con il giocatore. Possono restare Perrotta (altro contratto appena rinnovato), Brighi e Taddei: che però nel nuovo progetto dovrebbero partire dalla panchina e quindi probabilmente ridiscutere qualcosa dal punto di vista economico. Dulcis in fundo l'attacco. Totti resta, ovviamente, Borriello pure. Vucinic? Dipenderà da quello che offre il mercato, ma può partire se arriva un'offerta importante. Menez, anche contro la Juve, ha dimostrato che se sarà un fiore molto, probabilmente non potrà sbocciare a Roma: ha avuto le sue chance... peccato.