C'eravamo tanto odiati

C'era una volta Inter-Roma. Sfida infinita tra le due squadre più forti del campionato che se le davano di santa ragione in tutte le competizioni nazionali e che oggi si ritrovano invece assieme a dieci punti dalla vetta. I nerazzurri hanno vinto gli ultimi cinque scudetti assegnati in Italia, la Roma è arrivata seconda quattro volte su cinque. E vogliamo parlare della coppetta Italia? Cinque delle ultime sei finali si sono giocate proprio tra Inter e Roma: tre volte il trofeo è finito ai nerazzurri, due ai giallorossi. Ma quest'anno è tutta un'altra storia. Mourinho è in Spagna a far le fortune del Real Madrid, mentre a Milano Benitez rischia di non arrivare al famigerato panettone natalizio. Tredici punti in meno dello scorso campionato per i campioni d'Italia in carica che, classifica a parte, dimostrano di essere lontani anni luce da quelli del «triplete»: un ricordo che sembra già di un'altra epoca. Una crisi che la sconfitta clamorosa contro la Lazio venerdì scorso all'Olimpico non ha fatto che conclamare. L'Inter non perdeva quattro gare su quindici di campionato da sei anni: numeri che palesano il momento «no» di questo gruppo che continua a perder pezzi e che molto probabilmente a gennaio sarà costretto a tornare sul mercato. Alla Roma è andata poco meglio. Innanzitutto perché più basso era il luogo dal quale cadere, ma soprattutto perché quella giallorossa non è di certo una squadra costruita per vincere lo scudetto: o almeno non ha il problema di rischiare di perderlo dopo cinque successi consecutivi. Il «vogliamo fare meglio dello scorso anno» manifestato a inizio stagione di Ranieri, era forse un messaggio mediatico al quale nemmeno lo stesso tecnico giallorosso ha mai creduto davvero. Al declino di Trigoria hanno contribuito tanti fattori: a partire da un avvio di stagione da dimenticare che aveva portato la Roma addirittura in fondo alla classifica. Poi anche per i giallorossi tanti infortuni, ma soprattutto un'empasse tattica che solo nelle ultime giornate Ranieri sembra esser riuscito a risolvere. Le scelte del tecnico e i malumori che hanno animato lo spogliatoio sono stati un altro dei fattori negativi di questa stagione che non si riesce a metter dritta per Totti & Co. che continuano a sbagliare le gare chiave. A questo va aggiunto una difesa disastrosa con 33 gol incassati in 21 gare ufficiali: numeri da retrocessione inimmaginabili per una squadra dal potenziale della Roma. la stessa che lo scorso anno è stata campione d'Italia all'ultima giornata per 17 minuti e ha chiuso la stagione comunque a testa alta. E c'è anche, molto probabilmente, il fattore societario a destabilizzare la serenità di un gruppo che a un certo punto non ha capito più a chi doveva dar retta. Ma anche questi rischiano di essere solo alibi per un gruppo chiamato ora al riscatto nonostante la situazione in classifica abbia in qualche modo cambiato inevitabilmente le ambizioni finali. Perché per un gruppo di questo livello, andare a giocare la Champions del prossimo anno, deve essere obiettivo minimo: obiettivo che però dopo la seconda rimonta subita da 2-0 sembra tremendamente lontano. E con la solita sagacia che contraddistingue il popolo romanista, sull'etere giallorosso circolano già battute ad hoc per l'attuale posizione in classifica. «A Ranieri - sbotta un tifoso a una radio - gli hanno detto che doveva fa' la corsa sull'Inter...!!!». Qualcuno gli spieghi che non è più così.