La torta di compleanno saprà d'amaro.

Levittorie per la Roma ormai sono le eccezioni in una stagione che sta assumendo minacciose sembianze. Il tecnico è sempre più solo. La squadra non lo segue più come nella scorsa stagione, dietro c'è il nulla aspettando la cessione della società. Per la prima volta anche Ranieri alza le braccia e a fine partita lancia un atto di accusa dopo una riunione molto tesa e lunga venti minuti nello spogliatoio con i giocatori e la triade di dirigenti Montali-Pradè-Conti. «Sono molto deluso, nel primo tempo - attacca l'allenatore - non abbiamo rubato una palla. Ho visto un'altra squadra rispetto alla gara con il Genoa: eravamo lenti, poco attenti e disuniti. In Champions servono le motivazioni ma noi sembriamo trovarle soltanto per una partita. Dobbiamo capire cosa non va, i giocatori non sanno darmi risposte. Ma io non mollo, non mi dimetto: la squadra è con me. E se non fosse così comunque non me lo direbbero. Ci gira tutto male, nel secondo tempo abbiamo creato occasioni pur non giocando da squadra e meritavamo il 2-2. Ora bisogna insitere e credere in quello che facciamo». Rosella Sensi ha preferito rinviare a stamattina il confronto a Trigoria: «Ci vediamo domani» ha detto ai dirigenti lasciando lo stadio. Non è escluso che possa imporre il ritiro. «Giochiamo male, malissimo - ammette Riise - io per primo. Dobbiamo lavorare e allenarci bene». La sconfitta col Basilea è pesantissima, Borriello lo ammette ma parla pure di «piccolo passo falso: speriamo non ci costi la Champions. Ci riprenderemo a Parma, siamo uomini». Con la Roma vista ieri è diventato difficile anche solo sperare. Domenica non ci sarà ancora De Rossi, mentre Vucinic, Menez e Julio Sergio ci proveranno. Ale. Aus.