Ranierinho

Il Mourinho de noantri. Claudio Ranieri trae ispirazione dal suo eterno rivale per respingere le accuse ricevute dopo l'umiliazione di Cagliari e la deprimente sconfitta di Monaco. Un monologo di 6 minuti e 50 secondi in sala stampa, senza possibilità di replica per i giornalisti. La stessa tattica che lo «Special One» ha usato più volte a Milano: solo contro tutti, all'attacco per difendersi e proteggere la squadra. Ranieri fa una premessa, «questa volta inizio e concludo io», inizia piano, si carica mentre parla, urla, batte i pugni sul tavolo e diventa sempre più rosso: proprio come l'addetta stampa Elena Turra seduta accanto a lui e spiazzata - come molti all'interno della Roma - dallo sfogo. «Visto che ho sentito tante cose - attacca l'allenatore - vorrei dire la mia realtà, parlando ai tifosi. Ci sono cose che non vanno bene come i risultati, non stiamo giocando bene e non è una scusante. A Monaco non abbiamo fatto la partita che volevamo». Ranieri arriva subito al dunque: il catenaccio sgradito a Totti, con susseguenti polemiche e chiarimenti. «Ho letto che Francesco era contro di me: cose più assurde non possono essere state scritte. Questo è uno spogliatoio di persone sane. Ho un rapporto leale e sincero con tutti i giocatori, figuriamoci con il mio capitano, con chi è una vita che sta qua, che ha subito mille infortuni per la sua squadra: io che sono romano e romanista non lo capisco? Posso sbagliare, alcune volte a farlo giocare, altre a non farlo giocare, alcune volte a levarlo, altre a farlo restare in campo più del dovuto, me ne assumo io le responsabilità. Io sono il capo, sono il loro allenatore. Tutto quello che faccio lo faccio per la Roma, può venir bene o male». In questa stagione finora è venuto sempre male. Ma Ranieri non ci sta, non accetta le critiche e va al contrattacco. «Io le cose le faccio prima, in base a tutte le informazioni che ho. Per molti di voi è facile parlare dopo. Non si fa così. Già l'anno scorso quando sono arrivato, in molti criticavano: "squadra vecchia, che ormai non ce la fa più". Avete detto peste e corna, lasciando fuori l'allenatore. Questi ragazzi vi hanno fatto sognare per tutto l'anno. Stavolta stiamo iniziando male, vogliamo dare e fare di più. Non accetto tutte queste illazioni. È una squadra che ha le palle. Lo dimostrerà». Dopo la promessa arriva l'avvertimento. «Non faccio l'elenco di chi ci sta buttando fango addosso, ma dopo ricordatevelo e noi ci ricorderemo di voi. Mi dite il modulo, "Ranieri conosce il 4-4-2". Che ne sapete voi di Ranieri e della sua carriera? Andate a vedere quello che ho fatto nella mia carriera, dove ho vinto con quanti moduli. Mi dite che non faccia giocare Simplicio: qui quando si perde non gioca mai chi dovrebbe. Troppo facile signori, questo è il bar dello sport. Simplicio è stato preso a parametro zero, ottimo giocatore, son convinto che fa bene nella rosa della Roma. È venuto in ritiro con noi, aveva una lesione pregressa, s'è messo sotto, l'ha recuperata. Ha cominciato ad allenarsi quando sono arrivati De Rossi e Pizarro. Inizia il campionato, chi gioca secondo voi? Certo che ci verrà utile, ma calma, sereni, giocano i titolari». Lo sfogo si chiude con un pensiero al Bologna, avversario di oggi, e una stoccata il cui destinatario sembra Lippi, indicato tra i possibili successori sulla panchina della Roma. «Con il Bologna sarà una gara difficile: tutti dietro, arroccati e poi ripartiranno in contropiede. Noi stiamo attraversando un periodo difficile. Io ne ho attraversati 3.000 nella mia carriera, ho 20 anni di esperienza. Che pensate che mi so' sempre fumato il sigaro in panchina? Stiamo partendo con l'handicap e come ce l'abbiamo fatta l'anno scorso ce la faremo anche quest'anno». Stop. Ranieri ringrazia, saluta e se ne va soddisfatto. Facile, no?