Lazio all'assalto

«Vincere, non ci sono alternative ai tre punti». Non si nasconde, Edy Reja. Seppur rilassato, si presta ai microfoni alla vigilia di Lazio-Bologna e indica senza mezze misure che è arrivato il momento di fare bottino pieno, che i complimenti per la prestazione contro la Samp fanno piacere, ma alla fine si è perso «perché si è tirato poco in porta e perché si sono fatti gravi errori che hanno vanificato il buon lavoro». Allora per vincere si cambia. Si cambia modulo, ma anche mentalità. Perché la Lazio «ha qualità importanti, specie a centrocampo e in attacco», ed è importante mettere i calciatori più tecnici in condizione di dare il meglio, magari anche smarcandoli da compiti di copertura. «Abbiamo liberato Hernanes e Zarate - dice Reja - perché c'è una divisione più chiara tra chi deve attaccare e chi deve difendere. Hernanes deve agire dietro le punte perché è lì che può fare più male, ha l'ultimo passaggio, il tiro, la capacità di inserirsi. E, in quanto a Zarate, mi aspetto che si muova su tutto il fronte offensivo senza dare punti di riferimento. Lo può fare, perché sta trovando nuove sicurezze e non l'ho mai visto così disponibile». Ecco spiegato il passaggio al 4-3-1-2. Perché «la difesa a quattro permette di avere più alternative dal centrocampo in su, e perché sulla linea mediana ci sono tanti giocatori di qualità che sarebbe stato un peccato sacrificare». Certo, gli osservatori hanno ancora davanti agli occhi gli imbarazzi contro il Racing Santander, quando Dias andò in confusione e l'allenatore decise di rifugiarsi di nuovo nella retroguardia a tre. «Ma i bravi giocatori devono essere anche capaci di cambiare, di schierarsi in tanti modi diversi - si giustifica Reja - In fondo Biava ha già giocato a quattro, così anche Dias, me l'ha confermato lui stesso. E Radu è stato utilizzato a sinistra già da Delio Rossi». Ma il modulo, alla fin fine, non è così importante, conta l'impegno dei singoli, la disponibilità al sacrificio, la convinzione. «E quella - sottolinea Reja - la possono dare solo i risultati, il bel gioco. Così i calciatori acquistano sempre più fiducia nel lavoro dell'allenatore». E allora, se proprio si vuol parlare di esperimenti, tanto vale farli contro il Bologna. Che avrà pure «un tecnico come Malesani, che ha sempre proposto bel gioco», ma non può e non deve far paura alla Lazio. La formazione sarà quella più volte provata in settimana, col ritorno dal primo minuto di Brocchi, Mauri e Rocchi: «ha una capacità di attaccare gli spazi che lo rende quasi unico nel suo ruolo», dice Reja dell'attaccante veneziano. L'ultima stoccata è per i calciatori che hanno proclamato lo sciopero per la quinta di campionato. «Molte rivendicazioni sono giuste - spiega il tecnico goriziano - ma non si può prendere una decisione così pesante senza neanche essersi seduti attorno a un tavolo, ci vuole buon senso». «E tutto crolla - conclude - quando i giocatori in scadenza non accettano destinazioni di pari o migliore categoria. Non possono creare un danno economico così grave alle società, che a quel punto avrebbero anche il diritto di dimezzare loro lo stipendio». Detto da chi ha a che fare con una rosa di 33 elementi, sembra quasi una battaglia personale.