Appuntamento imperdibile per l'Imperatore

Appiattitoperò da una storica impresa, il Barcellona campione di tutto messo sotto a San Siro, interpretazione magistrale di Mourinho, non una mossa sbagliata, i catalani in sofferenza di fronte a un contropiede micidiale, nonostante il vantaggio nel miglior momento dei nerazzurri. Lamentele per le decisoni arbitrali, c'era forse un rigore su Dani Alves, Milito però era stato fermato, solo davanti al portiere, da un guardalinee ipovedente. Grande l'argentino, due assist e un gol, il terzo, sul filo del fuorigioco, grandissimi i difensori centrali, ma tutti hanno giocato con determinazione estrema. Al Camp Nou ci sarà da soffrire, ma l'Inter parte da posizione privilegiata. La Coppa Italia ha visto la Capitale protagonista della finale nelle ultime sette stagioni, cinque volte la Roma e due la Lazio, quattro in cinque anni i confronti dei romanisti con l'Inter. E non è proprio un vantaggio giocarsela all'Olimpico, in fondo era stato propizio lo stadio milanese, ma insomma all'appuntamento del 5 maggio davanti al suo pubblico l'Imperatore Claudio vuole esserci. Vincere la decima Coppa Italia significherebbe prestigioso record per le bacheche di Trigoria, non particolarmente affollate. A Ranieri si può perdonare una piccola bugia, il rammarico epresso ieri per l'uscita dall'Europa League, ritengo che a mente fredda il sollievo sia stato il sentimento prevalente. Tanto da accomunare nella galleria delle icone giallorosse, accanto al Garcia Aranda di Liverpool, prezioso per il terzo scudetto, quel quinto arbitro che aveva ravvisato il fallo da rigore di De Rossi contro i greci. Evitare i viaggi e le fatiche del giovedì sera è un vantaggio non da poco nell'amministrazione delle energie disponibili. A Udine, la Roma si presenta con un corposo vantaggio, fondamentale la rete inviolata nel primo confronto, segnare un gol significa non soltanto obbligare i rivali a farne quattro, ma anche ad allontanare lo spettro dei supplementari. Con l'infermeria vuota, evento che a Trigoria si sta verificando da un pezzo, ma che nelle stagioni recenti rappresentava un miraggio, il tecnico può consentirsi un onesto turnover, anche se Pasquale Marino, la salvezza ormai a portata di mano, conferma di volerci provare con convinzione, schierando la migliore formazione. Dietro Mexes per Juan, sembra definitiva l'emarginazione di Motta, un turno di riposo per Pizarro che nel derby non ha lesinato le forze, fino a risultare il migliore in campo, davanti Menez con Totti o Vucinic. Non sarà una passeggiata, è chiaro, ma alla Roma che nella corsa al titolo è tuttora in vantaggio non si può negare il pronostico per l'approdo all'atto decisivo e per l'ennesimo faccia a faccia contro una rivale che ormai rappresenta un'abitudine, all'Olimpico più che a una sfida si guardarebbe a un convivio familiare.@