L'arco di trionfo è già pronto per Ranieri

Un arco di trionfo, l'Olimpico giallorosso: sul carro del vincitore, Claudio Ranieri, un ideale serto di alloro lo consacra Imperatore. La grande, orgogliosa Inter, se ne torna a casa sconfitta, a testa china, aveva quattordici punti di vantaggio sulla Roma, le è rimasta la miseria di un punticino da amministrare. Comincia un altro campionato, nella dirittura di arrivo delineata da Ranieri, ora che il curvone è finito senza provocare scivoloni, il sogno acquista contorni palpabili, la rincorsa partita da così lontano è virtualmente coronata, promessa di sette giornate palpitanti. Come le emozioni regalate dalla vittoria, celebrata in un ambiente incredibile, neanche un vuoto nello stadio romano: l'evento lo pretendeva, l'esito non avrebbe potuto essere migliore, ma è giusto sottolineare come straordinario sia stato anche il livello spettacolare di una partita tesa fino allo spasimo. Aveva chiesto ai suoi, il tecnico di Testaccio, una prova perfetta, una gara sopra le righe. Lo hanno ripagato interpretazioni personali senza una sola sbavatura, con qualche picco perfino oltre le speranze, come lo show di Luca Toni, che finalmente ha potuto giocare accanto a Totti: per pochi minuti, però, quelli che Ranieri ha concesso al capitano, per tenere l'offensiva dell'Inter lontana dall'area romanista, compito svolto con autorità e lampi di classe purissima. Non avendo una tradizione favorevole con Morganti, i tifosi romanisti avevano qualche timore, in realtà la valutazione del fischietto ascolano merita apprezzamento per la coerenza nel giudicare scontri, puntualmente al calor bianco. Ha rischiato di rovinare tutto un guardalinee sciagurato, Lanciano, che ha regalato il temporaneo pari a Milito senza rilevare il palese fuorigioco di Pandev. Nel finale c'era anche un rigore su Brighi, iniquamente ammonito per simulazione, ma onestamente non era facile vedere il fallo a velocità normale. Può recriminare, l'Inter, sui pali colpiti da Samuel e, in pieno recupero, da Milito, ma la Roma ha avuto a sua volta chiare occasioni da gol per chiudere i conti in anticipo.   La capolista, pur sconfitta, ha mostrato a tratti forza d'urto impressionante, non sarà facile scucire il tricolore dalle maglie nerazzurre, ma la Roma ha legittimato il suo diritto a un testa a testa appassionante. Non semplice, in una serata come questa, stilare scale di merito, ma Luca Toni e Pizarro devono essere fianco a fianco, appollaiati sul piolo più alto. Non ha sbagliato una mossa, il puparo che ha mosso le sue marionette con sapienza, sfuggendo al pericolo di facili suggestioni. Giusto riproporre Menez, attivo fino allo sfinimento, dietro Vucinic e Toni, indovinati i cambi nel momento in cui l'Inter aveva messo in campo tutta la sua artiglieria pesante, illuminante la ribalta offerta al capitano. Pioggia di gialli, perderà pedine importanti l'Inter contro il Bologna, la Roma andrà a Bari senza Menez e Perrotta. Si gioca anche oggi, la Lazio osservata speciale a San Siro: giocherà per sé, secondo esigenze, e potrebbe fare, a collo storto, anche un regalino ai cugini.