Roma a forza quattro

{{IMG_SX}}Non succede, ma se succede... A Roma riecheggia il tormentone che accompagnava la rimonta sull'Inter nel 2009. Come allora, un sogno che sembrava impossibile sta assumendo i contorni della realtà. Due anni fa finì male, in modo amaro, con i gol di Ibrahimovic a Parma e la rabbia di De Rossi a Catania dopo l'illusione lunga un'ora. Ma questa è un'altra storia. Roma e Inter sono di nuovo lì a giocarsi i trofei italiani (possibile anche una finale di Tim Cup: sarebbe la quinta in sei anni) all'ultimo respiro. C'è un terzo incomodo, il Milan, che dopo la sconfitta di mercoledì seguita al pari con il Napoli, appare prossimo a defilarsi. Domani il capitolo chiave allo stadio Olimpico, dove alle ore 18 si giocherà lo scontro diretto tra la truppa giallorossa e l'armata di Mourinho. Roma è di nuovo impazzita tra tabelle e scaramanzie. Con un numero ricorrente: quattro. Come i punti che distanziano i giallorossi dalla capolista. E quattro sono anche i motivi principali per sperare in una rimonta che, ripensando a dov'era la Roma a settembre, avrebbe del miracoloso. Fisico, testa, calendario e Champions: ecco dove i giallorossi possono trovare spunti d'ottimismo. Le gambe, innanzitutto. Le partite con Udinese e Bologna hanno restituito segnali incoraggianti sulla condizione di una squadra che non perde da venti partite (quattordici vittorie e sei pareggi) ma durante la serie positiva ha accusato un calo. Il segreto è nel recupero di giocatori chiave. Fisico e mentale. Da Toni a Vucinic, da Menez a Baptista fino all'incoraggiante De Rossi di Bologna, ognuno sta aggiungendo il suo tassello nel capolavoro dell'artista Ranieri. E domani torna il pezzo più pregiato: Francesco Totti sarà l'arma in più nel rettilineo che porta allo scudetto. A livello psicologico la Roma sta meglio di tutte. Partita per rientrare in Champions, dopo l'addio di Spalletti tutti a Trigoria avrebbero firmato per un quarto posto. Adesso c'è la voglia di provarci, ma senza assilli. Una «leggerezza» mentale che potrebbe favorire la Roma domani nello scontro diretto e nelle sette partite successive. Dando uno sguardo al calendario la rimonta sembra ancora possibile. A parte il derby, una trappola, le altre sei gare sembrano tutte alla portata. Trasferte difficili ma non impossibili a Bari, Parma e Verona, impegni casalinghi contro Atalanta, Samp e Cagliari. Il cammino delle milanesi sulla carta presenta maggiori insidie. Entrambe devono affrontare la Juventus, per l'Inter c'è la trasferta di Firenze e all'Olimpico con la Lazio, il Milan ha le due genovesi e il Palermo fuori casa. Sarà un finale tutto da vivere, come non si vedeva da tante stagioni in serie A. E condizionato dagli impegni in Champions dell'Inter, unica italiana rimasta in corsa in Europa. Inevitabile per Mourinho dosare le forze: domani potrebbe risparmiare Sneijder in vista del Cska Mosca. Problemi che Ranieri e Leonardo non hanno più. In casa rossonera, semmai, preoccupano gli infortuni. Beckham ha finito la stagione, per Nesta poco ci manca, Pato è un mistero. La Roma scoppia di salute e può contare sulla spinta di un ambiente infuocato. Ieri la società ha comunicato ufficialmente il tutto esaurito dell'Olimpico per la gara con l'Inter. Ranieri vuole settantamila lupi, sugli undici affamati in campo garantisce lui.