Per le romane un week-end da incorniciare

Segnaliche indicano freccia in su per una condizione atletica generale che qualche apprensione aveva suscitato anche nelle recenti occasioni favorevolmente risolte. L'approccio alla sfida con l'Inter passa mercoledì sera per Bologna, ad attendere la Roma una squadra avvilita dalla sconfitta di Siena, anche se la sua posizione resta tranquilla, e poco disposta a qalsiasi tentazione di abbassare la tensione mentale. Di identico coefficiente di difficoltà l'impegno del Milan a Parma, la carta ammonisce che può tentare un nuovo scatto l'Inter, al Meazza sale un Livorno le cui speranze di salvezza sbiadiscono, contraccolpo psicologico pesante la disfatta di Bergamo. Nella zona rossa, restano vivi i sogni di Atalanta e Siena, non più le ultime della classe. Fondamentale invece il passo avanti della Lazio, ritrovati al Sant'Elia gli atteggiamenti e i livelli tecnici che appartengono a questa squadra, decisiva la spinta mentale di un Reja tosto, a dimostrare come un allenatore esperto e capace possa modificare la psicologia dei suoi, senza inseguire le farfalle dei presunti specialisti. Nel clou della domenica, ha mancato il sorpasso il Milan, invano all'assalto nella ripresa e prestissimo costretto a prendere atto della resa di Pato. Occasioni per i milanesi, ma il Napoli aveva trovato il vantaggio e le opportunità per il raddoppio, con un avvio che aveva messo a nudo i limiti difensivi attuali di una linea in cui tre protagonisti mettono insieme un secolo e passa di età. Grandi giocate di Ronaldinho, firma del solito Pippo Inzaghi su un pareggio che non può mascherare l'amarezza per il primato mancato. Quasi annunciati i pareggi tra Chievo e Catania e tra Bari e Parma, ma le immagini delle due partite allontanano qualsiasi interpretazione maliziosa. Chiusura di serata dedicata alla zona Champions, caccia aperta al quarto posto temporaneamente presidiato dal Palermo, che ora ha al suo fianco la Sampdoria, non finisce la parabola discendente della Juventus. Decide un capolavoro balistico di Antonio Cassano, da oltre trenta metri, ma la prima vittoria di Delneri sui piemontesi è ampiamente legittimata dalle occasioni create, nel finale negano la goleada alla Samp due grandi parate di Chimenti. Ancora impalpabile Diego, il centrocampo muscolare non basta per dare pensieri alla retroguardia doriana, schierata impeccabilmente.