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1) Impegnandosi sempre in allenamento e credendo sempre nel lavoro e nei propri mezzi. 2) Forse quella che ho fatto nel derby sul tiro Mauri è stata la più importante, ed è quella che ricordo meglio. 3) Tutti, non uno in particolare.

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4) È un eccellente portiere, con una dote fondamentale: ha grande reattività. 5) No. Quando giochi con la Roma, non è più possibile giocare con la maglia della Lazio. Ma è una cosa naturale, lo dico con il massimo rispetto. D'altronde credo valga lo stesso anche per chi gioca nella Lazio. 6) Non faccio un nome solo. Tutti i miei compagni del reparto difensivo sono campioni e grandi professionisti e mi sento tranquillo indipendentemente da chi scende in campo. 7) Mi vanno benissimo i miei. 8) Quello inglese, probabilmente. È quello più spettacolare. 9) Il mio connazionale Taffarel. Anche lui ha giocato in Italia ed è sempre stato il mio idolo. 10) Io non mi sento mai solo. Parlo molto durante la partita, mi confronto con i compagni e vivo l'azione. 11) Tantissime cose. Si lavora e si migliora giorno dopo giorno. 12) È una partita speciale, di grande fascino. Non può essere paragonata con le altre. 13) Alla Roma auguro di continuare a far bene e arrivare in Champions League. Alla Lazio nulla. 14) Sin da piccolo mi è sempre piaciuto giocare solo in porta. Non sono un «giocatore» che poi è stato spostato, nasco come portiere. Mi piace questo ruolo e me lo tengo stretto. 15) Non ho paura di nessuno, ma rispetto tantissimi attaccanti avversari. In Italia ce ne sono di straordinari: Milito, Pato, Ronaldinho. 16) Di farmi male e non poter più giocare a pallone. 17) Essere concentrato, aspettare il momento giusto per tuffarsi e... essere fortunato. 18) Avrei potuto fare solo il portiere anche se segnare tanti gol piace a tutti.

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