Formula Uno, la griglia si svuota

.Cosa? Che la politica dell'ex presidente Fia Max Mosley, con la guerra alle grandi case automobilistiche e l'apertura a team semisconosciuti, non avrebbe portato niente di buono alla Formula Uno. La riprova s'è avuta con l'ormai certo addio della UsF1 al prossimo Mondiale che partira il 14 marzo in Bahrain. Il fantomatico team statunitense si è rivelato, come sospettato da molti e anticipato dallo stesso Bernie Ecclestone, poco più che una barzelletta. Nei mesi scorsi il proprietario Peter Windsor si era affrettato a rassicurare i cronisti della serietà del progetto, ma col passare delle settimane sono venute a galla tutte le scomode verità. Con buona pace del pilota Josè Maria Lopez, che aveva firmato un contratto con gli statunitensi e aveva anche portato in dono tre milioni di euro gentilmente concessi dal governo argentino. Soldi che ora difficilmente torneranno indietro. Ieri proprio il sito della Ferrari si è divertito a ironizzare su tutta la vicenda. In un fondo firmato con lo pseudonimo «Grillo rampante» la casa di Maranello ha attaccato la gestione della Fia di Max Mosley che, durante l'estate scorsa, portò alla minaccia di scissione da parte dei big team. Mosley non fece una piega e aprì le porte della Formula Uno a una serie di squadre inedite. A distanza di mesi, si chiede il sito del Cavallino, «è valsa la pena di condurre quella guerra?». Fatto sta che difficilmente in Bahrain si vedranno al via ventisei piloti. Oltre alla UsF1, anche la Campos è in grande difficoltà, e potrebbe saltare le prime gare. Ci sarebbe la Stefan Gp pronta a subentrare, ma l'ipotetica squadra serba che ha ereditato strutture e progetti della Toyota è a sua volta coperta del mistero. Ne fanno parte, tra l'altro, personaggi come Mike Coughlan, a suo tempo sanzionato dalla Fia per essere stato il protagonista della spy-story che ha visto contrapposte McLaren e Ferrari. Le uniche certezze accanto ai team storici sono, al momento, Virgin Racing e Lotus. Perlomeno stanno partecipando ai test che precedono la stagione, ma rimediano distacchi abissali dai big. Insomma, sotto la patina spettacolare della sfida tra Ferrari, Mercedes, McLaren e Red Bull la situazione non è rosea. E il circus a «doppia velocità» è la dimostrazione che la crisi, nel mondo delle quattro ruote, è tutt'altro che superata.