New Orleans risorge con il Super Bowl

"New Orleans è tornata". Tom Benson, proprietario dei New Orleans Saints, si gode il trionfo nel Super Bowl. La vittoria per 31-17 sugli Indianapolis Colts, nello show del Sun Life Stadium di Miami, è più di una vittoria. I Saints, ex barzelletta della National Football League, conquistano il primo titolo il 43 anni di storia. I disastri sportivi della franchigia vengono cancellati dalla prima, trionfale apparizione al "gran ballo" finale. Dopo il match i festeggiamenti sono scattati immediatamente nel famoso French Quarter di New Orleans, dando il via alle celebrazioni del carnevale. La lunga battaglia, che ha visto nell'intervallo uno spettacolo musicale del gruppo "The Who", è finita. In tribuna, ad applaudire il successo di New Orleans, ci sono anche Brad Pitt, Tom Cruise e Demi Moore. In ginocchio dopo Katrina - Nel 1980, quando la squadra riuscì a perdere 14 partite di fila, i fans cominciarono ad andare allo stadio indossando buste di carta come passamontagna: tifare per New Orleans era motivo di vergogna. Ora, tutto è cambiato. Sostenere i Saints è motivo di orgoglio perchè la festa aiuta a dimenticare anche altre piaghe: la città, che da poche ore ha scelto il bianco Mitch Landrieu come sindaco, era in ginocchio meno di 5 anni fa per l'uragano Katrina. Ora si è rialzata e ha cominciato a ballare. Manca più di una settimana al "Mardi Gras", ma il carnevale a New Orleans è già cominciato e durerà a lungo. La colonna sonora delle celebrazioni, a Bourbon Street e dintorni, è il coro tradizionale "Who Dat?", abbreviazione per "who is that (guy) who says that he is going to beat the Saints?". "Chi dice che batterà i Saints?". La risposta, per quest'anno, è "Nobody": "Nessuno". La partita - I Colts, favoriti alla vigilia, hanno condotto le danze in avvio (10-0) e hanno continuato a comandare (17-16) anche nel corso del quarto periodo. Due touchdown nell'ultima porzione di gara hanno mandato i Saints in paradiso. Il quarterback Drew Brees (32/39 per 288 yard e 2 touchdown) ha trascinato New Orleans nella volata finale e si è guadagnato il premio di MVP. Il miglior giocatore del Super Bowl ha vinto il confronto diretto con Peyton Manning (31 su 45, 333 yard, 1 touchdown e 1 intercetto). Il quarterback di Indianapolis, nativo proprio di New Orleans, cercava il secondo trionfo della carriera. Ha accarezzato a lungo il sogno di infilarsi al dito un altro anello da campione NFL. Invece, ha chiuso la serata regalando a Tracy Porter l'intercetto che ha fatto calare il sipario. "Sono deluso. Complimenti ai Saints, hanno meritato di vincere", ha detto la superstar riconoscendo i meriti dei rivali. Game over per Indy, via alla festa per i vincitori. Carnevale infinito - "Il Mardi Gras potrebbe non finire mai. Le feste non si fermeranno-dice Brees-. Abbiamo creduto in noi stessi, dietro di noi avevamo un'intera città. E, forse, un intero paese". Il trionfo è anche una consacrazione a livello individuale: "Per tanto tempo ho provato ad immaginare questo momento, ho cercato di capire cosa avrei provato. Devo dire che è molto meglio di quanto potessi pensare". Il pensiero va alla gente che nel 2005 raggiungeva il Superdome, lo stadio dei Saints, per sfuggire alla devastazione di Katrina. "Siamo qui grazie alla forza di chi ha lottato in questi anni. Non abbiamo giocato solo per noi: abbiamo giocato per tutta la 'Who Dat Nation'", dice Brees.