L'Italia paga i soliti difetti

DUBLINO - Le sconfitte non sono tutte uguali e questo 29-11 rimediato dall'Irlanda accompagna la mesta uscita dell'Italia dal campo di Croke Park sussurrando nelle orecchie degli Azzurri un bel numero di interrogativi. Il primo, lanciato dal sito internazionale Planetrugby, chiede se nello staff azzurro ci sia un allenatore dei tre-quarti. La domanda provocatoria non è oziosa e si riferisce all'impostazione tattica del XV di Mallett in possesso dell'ovale. Troppe volte nel primo tempo, con il punteggio ancora in equilibrio, Tebaldi ha tenuto il pallone nella pancia del pack senza aprire mai il gioco al largo, come se la nostra linea veloce non esistesse. Troppe volte abbiamo visto gli avanti ripartire e sbattere inutilmente contro il munito fortino irlandese. Mai una variazione di gioco per porre quesiti alla difesa avversaria, mai un passaggio veloce all'altezza della linea. Intendiamoci, la differenza con i campioni in carica dell'Irlanda è ancora troppa per pensare di venire a vincere a Dublino, ma sarebbe già molto marcare i punti che si potrebbero portare a casa. Per di più la conduzione dell'arbitro francese Romain Poite non ha certo aiutato gli Azzurri. Ogni situazione che poteva essere interpretata è andata a favore degli irlandesi, cui sono stati risparmiati due cartellini gialli sacrosanti. Il primo per un fallo assassino su Geldenhuys tirato a terra mentre saltava in touche, il secondo nei confronti di O'Leary autore di un placcaggio al collo su Mc Lean. Entrambi sono stati rilevati, per nessuno è stata comminata la giusta sanzione, mentre un giallo fiscalissimo è stato rifilato a Garcia. Inoltre, una lunga teoria di falli contro gli avanti italiani per depotenziare la mischia ha sortito l'effetto voluto. Il match comincia con l'Italia brava a difendere, lenta a muovere l'ovale e nulla in touche. Tutto ciò produce un piazzato di O'Gara al 10' e la meta di Heaslip al 15', favorito da un break di Trimble abile a sfruttare una «scalata» mancata della difesa italiana. La lentezza di Tebaldi e un paio di decisioni arbitrali chirurgiche vanificano alcuni possessi azzurri ma i primi punti, finalmente, arrivano al 27' quando Gower trasforma una punizione per il 10-3. Dopo nemmeno un minuto e al 34' Poite concede ad O'Gara la possibilità di piazzare per allungare fino al 16-3. Al 36' Ghiraldini e compagni compiono il suicidio perfetto chiamando una touche ridotta a cinque metri dalla meta. Del Fava viene opportunamente disturbato nel salto e il pallone finisce nelle mani del pirata Cullen, autentico maestro nello sporcare il gioco avversario. Dopo il placcaggio di Zanni, ottima la sua prova da n.8, è O'Leary a beffare Tebaldi con una finta vicino al raggruppamento, 23-3. L'Italia è in inferiorità numerica ma reagisce. Al 39' Gower - finalmente! - usa il piede per lanciare Robertson alle spalle di Trimble. Kearney chiude ma il suo calcio è ribattuto dall'ala italiana che schiaccia in meta, Mirco Bergamasco fallisce la trasformazione e il primo tempo si chiude sul 23-8. La ripresa si apre con un piazzato di Bergamirco che porta il punteggio sul 23-11 e i 6.000 italiani a intonare Mameli, ma la felicità azzurra dura poco. Nonostante qualche miglioramento in touche il possesso è costantemente nelle mani e nei piedi di O'Driscoll, O'Gara e compagni che, pur abbassando il ritmo trovano il modo di marcare altre due punizioni. Finisce 29-11, ora sotto con l'Inghilterra, che ieri ha battuto in casa il Galles 30-17.