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Tagliavento non sbaglia nulla

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Undelitto perfetto nella «sua» Torino: la Roma manda all'inferno la Juventus e la lascia cinque punti indietro. Ferrara piange e vede vicino il capolinea, il condottiero romanista è l'uomo più felice del mondo. Arriva così il quindicesimo risultato utile consecutivo, un numero che farà pensare molto anche le due milanesi. Un girone dopo la sconfitta che sancì l'addio di Spalletti, i giallorossi spiccano il volo superando a pieni voti l'esame da Champions e restano terzi aspettando il derby meneghino. Una prova di carattere, di forza che vale doppio dopo l'iniziale svantaggio. E dopo l'infortunio di Toni che aveva scombinato tutti i piani iniziali. Come previsto, Ranieri si era tenuto Totti in panchina e confermato Toni-Vucinic davanti. L'unico cambio rispetto alla gara con il Genoa è De Rossi al posto di Brighi che va in panchina insieme a Mexes. Ma Toni si blocca dopo tre minuti e arriva subito il momento del capitano (ma la fascia resta a De Rossi) che impiega quattro minuti per scaldarsi e riporta la Roma in undici. Nella Juve c'è Salihamidzic a centrocampo e non Candreva. Sul piano tattico è una partita a specchio: il rombo giallorosso contro quello di Ferrara, con Diego che fa il vertice avanzato ma arretra spesso per giocare più palloni. Ci riesce nel primo tempo, poi scompare. La Roma parte più convinta e Vucinic all'11' manca di un soffio il vantaggio su ispirazione di De Rossi. La risposta bianconera arriva con un tiro-cross di Marchisio di poco a lato, poi Totti si trova un buon pallone sul destro per il vantaggio ma calcia alle stelle. È una partita bloccata, poco spettacolare: la Juve è impaurita, accusa l'assenza di un regista puro e diventa pericolosa solo sui palloni alti, la Roma può giocare su due risultati su tre e dà la sensazione di non voler affondare il coltello nella piaga. La manovra è fluida fino all'area bianconera, poi manca sempre la cattiveria a Vucinic e soci. Ci vuole una giocata casuale per accendere la gara. Arriva ad inizio ripresa: Juan «sporca» un pallone innocuo davanti all'area e serve un assist a Del Piero che ha tutto il tempo di prendere la mira e trafiggere al volo Julio Sergio, poco reattivo nella circostanza. È il primo (e bellissimo) gol stagionale per il capitano bianconero, il terzo consecutivo nelle partite casalinghe con i giallorossi, per la Roma è una beffa. E una punizione. Ma la reazione c'è. Veemente, da grande squadra. La Juve si rintana dietro e capitola su una iniziativa di Taddei che si procura un rigore sacrosanto (bravo Tagliavento) per fallo di Grosso. Totti prende il pallone e non si fa spaventare dall'amico Buffon, fino a quel momento inoperoso: è 1-1, capitano risponde a capitano dopo le «carezze» via internet della vigilia. Totti, al primo gol nella Torino bianconera, ne raggiunge un altro del passato, l'ex laziale Signori, a quota 188 gol in serie A. La Roma riprende coraggio, sfiora il sorpasso ma Vucinic è fermato per un fuorigioco «millimetrico», poi rischia tantissimo con un colpo di testa di Amauri che regala il pallone a Julio Sergio. Quindi l'episodio che mette alle corde la Juve: contropiede giallorosso rapidissimo, Riise si presenta da solo davanti a Buffon che deve uscire dall'area e stenderlo. Espulsione ineccepibile, esce Del Piero per far posto a Manninger. È ancora Riise a punire una Juventus alle corde: lancio di uno straordinario Pizarro e colpo di testa decisivo del norvegese che va ad esultare sotto il settore dei romanisti impazzito di gioria. L'Olimpico si svuota (la curva Scirea lo era dall'inizio), la Juve non c'è più, a Torino si sente solo «la società dei magnaccioni». E Ranieri canta e balla.

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