Il campionato è affascinante se è equilibrato

Qualunquefosse il formato del nostro massimo torneo (con 16, 18, 20 ed una volta anche a 21 squadre) il girone d'andata si è sempre concluso in pieno inverno, di qui la comoda denominazione giornalistica. Nelle 77 edizioni del campionato di serie A che sono andate in archivio, per 51 volte la squadra che ha «girato» per prima alla fine del girone d'andata ha poi conquistato lo scudetto. Nelle 26 occasioni in cui la situazione è cambiata per 19 volte il titolo è stato conquistato dalla squadra che alla fine del girone d'andata era seconda in classifica, cinque volte ha vinto la terza classificata, due volte ha vinto la quarta. Protagoniste di queste clamorose rimonte (entrambe abbastanza recenti) sono state il Milan di Zaccheroni nella stagione 1998-99 e la Juventus di Lippi nel 2002-03. È curioso notare che da quando la serie A è tornata alle 20 squadre (a mio parere la peggiore formula possibile per il nostro campionato e poco importa che essa sia adottata anche in Inghilterra, in Spagna ed in Francia) la squadra campione d'inverno lo è rimasta anche alla fine del campionato. A sottolineare il danno, in termini di interesse e di conseguenza anche di incasso, di una situazione troppo statica voglio ricordare come negli ultimi cinque campionati il vantaggio tra la prima e la seconda classificata alla fine del girone d'andata è clamorosamente aumentato in quello di ritorno con la sola eccezione di due anni fa quando l'Inter, che aveva 7 punti di margine sulla Roma alla fine ne ha conservati soltanto 3, rischiando addirittura di essere superata negli ultimi 90 minuti. L'anno scorso l'Inter ha chiuso il girone d'andata con 3 punti di vantaggio sulla Juventus, alla fine ne aveva 10. Nel 2006-07 l'Inter ha portato il suo vantaggio sulla Roma da 9 a 18 punti, nella stagione precedente la Juventus aveva 10 punti sull'Inter e sono diventati 15, nel 2004-05 sempre la Juventus ha chiuso l'andata con 2 punti sul Milan e sono diventati 7. Per ovvie ragioni di comodità statistica ma anche tecnica queste considerazioni sono al netto delle decisioni che hanno poi modificato l'esito di alcuni campionati e naturalmente anche dei sospetti che hanno continuato a disturbare il nostro torneo. Scrivo queste note prima ancora che l'Inter affronti il Siena nell'anticipo del sabato sera e soprattutto prima che Juventus e Milan si giochino il secondo posto nel posticipo della domenica ma ci sono buone probabilità che il vantaggio dell'Inter sulle inseguitrici possa aumentare piuttosto che diminuire. Ancorché zoppa la classifica della serie A (ci sono quattro partite da recuperare) rischia di rimanere sostanzialmente immutata a breve termine con il rischio, suggerito dalla statistica, dai precedenti e dalle diverse motivazioni di chi conduce un campionato di testa rispetto a chi è invece costretto ad inseguire. Alcuni si esaltano per l'equilibrio esistente nella fascia a ridosso del quarto posto (dieci squadre in sei punti, dal Napoli al Chievo) ma i traguardi secondari, pure economicamente importanti per i club coinvolti, non possono compensare la caduta di interesse per la conquista dello scudetto. In altre parole il fascino di un campionato non dipende dalla qualità del gioco ma solo dall'equilibrio. Ce lo ricorda purtroppo il basket dove c'è una squadra che può dare 20 punti di vantaggio a tutte le sue avversarie e che aveva già vinto il suo campionato prima ancora di cominciarlo.