Totti contro Cassano Domenica la sfida

Si ritrovano. Il grande freddo è finito, la spaccatura non è più tale, però, ecco: l'amicizia è un'altra cosa. Francesco Totti e Antonio Cassano saranno davvero i protagonisti del posticipo domenicale di campionato a Genova. Saranno loro a catalizzare l'attenzione di una sfida che chiude la sedicesima giornata e propone due temi forti: la rinascita del fenomeno Samp, fino a due mesi fa in testa alla classifica, e la conferma del fenomeno Roma, che con la cura Ranieri respira di nuovo ambizioni di classifica. Loro due rappresentano tutto questo. Loro due possono decidere da soli la sfida, renderla nobile, esaltarla con giocate straordinarie. Lo stadio, il Luigi Ferraris a Marassi, Genova, li ispira. Lì Cassano è davvero rinato, tornando ad essere un calciatore degno di questo nome, fino ad assurgere a icona dell'anti-lippismo dilagante: il partito che non ama il cittì ostinato che chiude la porta in faccia al ragazzo barese. E proprio lì Francesco Totti ha segnato - proprio tre anni fa - uno dei gol più belli della sua carriera, un sinistro al volo d'esterno che strappò l'applauso a tutto lo stadio doriano. Ma questo confronto, Totti-Cassano, non è certo solo una immagine riflessa di talentuosità e genialità pallonara. C'è molto altro, molto di più. C'è la storia di una amicizia che s'era saldata all'ombra del terzo scudetto e che poi, per tante questioni, s'è sfarinata fino al grande gelo orchestrato anche da Luciano Spalletti. C'era un tempo in cui Cassano era il fratello minore di Totti. Questo ragazzo barese, gonfio di talento e di energia, con una vita già difficile alle spalle, che sbarca nella grande città: il capitano lo accoglie, lo considera un possibile erede, se non proprio un alter ego. In quattro anni e mezzo di Roma insieme hanno segnato 127 gol: 76 Francesco e 51 Antonio. Anche le famiglie si frequentano. O meglio, le mamme. Fiorella che accoglie Giovanna. Insomma, un sodalizio vero, profondo. Ma quelli sono anche gli anni più difficili per Antonio, chiamato a confermare quel valore micidiale (i 60 miliardi di lire spesi da Franco Sensi per averlo) che stritolano quel talento, lo trasformano. Gioca a singhiozzo, non sfonda. Capello lo usa col misurino e allora l'umore di Antonio non è più quello del ragazzo che tocca il cielo con un dito. Anche la Roma vive anni complicati. Sfiora lo scudetto, ma precipita anche in una crisi profonda. Capello va via e di quel periodo resta soprattutto la celebre definizione dei pomeriggi sconclusionati di Cassano a Trigoria: le cassanate. Scherzi, battute, a volte sopra le righe. Ognuno ha la sua versione, ognuno pretende di conoscere la ragione vera della rottura tra Totti e Cassano. Di sicuro, fino al gol salvezza di Bergamo contro l'Atalanta e quello inutile a Parma nella primavera del 2005, Cassano cercava ancora un'amicizia con Totti. Celebre, proprio al Tardini, la maglia mostrata per un gol dedicato al capitano in quella gara col Parma poi persa dalla Roma in caduta libera. Freddezze e sregolatezze gestirono i mesi successivi. E l'arrivo di Luciano Spalletti a Trigoria scandì un inesorabile conto alla rovescia: Cassano deve andare via da Roma. Ci pensò Ernesto Bronzetti, nelle festività natalizie del 2005, a risolvere tutto: Cassano al Real Madrid e un addio frettoloso alla Roma che non amava più il Peter Pan barese. Restano le immagini della villa dell'Axa lasciata in fretta e furia, del celebre plaid a scacchi che proteggeva la carrozzeria della Ferrari, ed un addio consumato a tempo di record, senza proferire una sola parola con i cronisti romani. Da allora un grande freddo con Roma, la Roma, i romanisti e Francesco Totti. Poi qualche debole schiarita, col tempo che ha stemperato vecchie ruggini, ma che non ha certo rinsaldato un rapporto interrotto e mai ripreso. Una storia come tante, di due ragazzi, due amici che si sono voluti bene e che poi hanno smesso di frequentarsi. Di certo, tra le mille ricostruzioni, tre le troppe versioni, tra libri autobiografici e leggende metropolitane, la storia di due campioni. Che domenica sera saranno uno di fronte all'altro pronti a regalare giocate che solo la loro grande classe può immaginare.