L'Inter col fiato sospeso

Annichiliti. E sconfitti pesantemente. Nel primo tempo, ma non solo. Il dominio territoriale del Barcellona al Camp Nou è stato lo stesso visto a San Siro all'andata, in più sono arrivati i gol e la vittoria, meritatissima. Anche la prestazione dell'Inter è stata la stessa dell'andata: spaesata, timorosa, arrendevole fin dal fischio d'inizio. La peggiore Inter vista in Champions, insomma, ma non certo per la prima volta. Perché l'Inter, anche quella di Mourinho, in Europa è proprio un'altra cosa. Moscia, inconsistente.Almeno fino a quando il Barcellona privo di Messi e Ibrahimovic, nella ripresa si mette il cuore in pace e lascia ai nerazzurri un po' più di spazio, e soprattutto molto più respiro. Visto che il pressing degli uomini di Guardiola, soprattutto nei primi 45 minuti, è stato asfissiante. Come il possesso palla blaugrana, a fronte di un'Inter che è da subito retrocessa nella sua trequarti per non riuscire mai ad uscirne. I risultati di questo atteggiamento tattico-mentale non si sono davvero fatti attendere. Al decimo, da azione di calcio d'angolo, è arrivato il primo gol. Di Piqué, su fallimento difensivo di Thiago Motta, che tra la palla e il giocatore riesce a perdersi entrambi. L'Inter non reagisce, il Barça continua indisturbato ad agire. E a far male. Su punizione Xavi sfiora il raddoppio, che arriva proprio con un'azione che parte dai suoi piedi. Splendido il taglio sulla destra di un ispiratissimo Dani Alves, ottimo il cross per Pedro che al volo trafigge un insolitamente insicuro Julio Cesar. È il tracollo per l'Inter, che non aggredisce mai l'avversario: e con dei giocolieri del genere contro, se aspetti che siano loro a perdere palla da soli puoi solo attendere il fischio finale dell'arbitro. Cosa che in effetti parrebbe accadere, vista l'apatia con la quale si torna in campo nella ripresa. Nonostante il cambio di modulo di Mou, che mette Muntari al posto di un irriconoscibile Cambiasso, col 4-4-2 che in fondo cambia davvero poco. Perché rare chance per gli interisti a parte, il Barcellona porta a casa la gara senza nessun patema. Stavolta Mourinho non può davvero sostenere che la sua squadra abbia giocato bene, forse neanche che abbia giocato. La qualificazione può ancora starci, basta anche solo un pareggio nell'ultima del girone in casa contro il Rubin Kazan. Per quanto riguarda la personalità, la grinta, la voglia di dimostrarsi alla pari dei campioni d'Europa è meglio ripassare. Anche tra un bel po'.