Quanto buon calcio si butta via trafficando con le moviole.

Chespreco di fatti, immagini, idee e parole per dedicarsi alle frattaglie di un torneo che molti sapientoni giudicano quasi monnezza e in realtà ha contenuti tecnici di altissimo livello. Eppure, a questo costume che indaga sul labiale, la manina, addirittura il morso malandrino, ci si deve acconciare per non apparire fuori tempo, ancorati a un calcio favoloso talmente desueto da apparire ai più invenzione di vegliardi. Eppure si continua a dire che noi italiani siamo ammalati di calcio e che per noi - più che per Sartre - il calcio è metafora della vita. Forse è vero, visto che il presente che viviamo è quotidianamente indagato da moviole più o meno metaforiche. E forse non siamo più in grado di godere quello che uno sport centenario (qualcuno sostiene ultramillenario) continua ad offrirci. A partire da sabato, invece di soffermarci sulle pregevoli qualità del goleador Balotelli si ricamano prediche e articolesse sulla sua bizzarria di ventenne invece che sulla sua innata classe di campione; e ci si attarda su certi dettagli muscolari di Fiorentina-Parma piuttosto che sulla mirabile esecuzione del gol della vittoria parmigiana suggerito dall'eterno Panucci e firmato dal giovane Lanzafame. Poi, è domenica, e se fosse per me sbaraccherei palinsesti tv e timoni di giornale per dare tutto lo spazio possibile all'impresa di Francesco Totti: che viene esaltata, sì, ma con la comoda riserva che del Capitano s'è detto tutto e più di tutto, cosa puoi dire e far vedere che non appartenga ormai al corposo documentario delle sue gesta? Se ne parlò, tempo fa, fraintendendo una battuta di Ranieri che raccomandava a Totti di aggiornare il repertorio per sbalordire avversari e amici. Come si permetteva, il sor Claudio, una raccomandazione tanto irriverente? E invece, solo un intenditore e appassionato di calcio poteva osare siffatta richiesta: sappiamo già chi sei e cosa sai fare, mostra di più, di più... E così «Er Più» ha risposto, incurante dei trattatelli che davano la difesa del Bari pressoche' inespugnabile, realizzando tre gol perfetti e non tanto uno spot per il bel calcio ma una lezione di pallone. Un rigore, una punizione, un'azione da piede divino: questi gol, fate vedere, dieci, cento, mille volte, altro che moviolate. Adesso arrivano tutti a una conclusione, giusto per vendere enfasi a poco prezzo: questo Totti è da Nazionale. Come se fosse una scoperta. Questo Totti è da Mondiale - Eupalla ce lo conservi - e lo racconto da tempo. Vogliamo adeguarci ai tempi? Lo ha «selezionato» Ilary, che ha voglia di Sadafrica, e Lippi lo convocherà.