Sotto il Vesuvio la Champions League resta una chimera

Mail punticino strappato con le unghie e con i denti a Napoli vale tanto. Almeno dal punto di vista dello spirito di squadra. Piuttosto colpisce come il Napoli - che Mazzarri aveva chiamato ad una gara come fosse la finale di Champions League - abbia deluso assai. Segno che alla fine, tra tanto parlare, le scelte dei tecnici rendano le rispettive squadre spesso meno brillanti delle effettive potenzialità. Su Ballardini e il suo essere spiccatamente - e colpevolmente aziendalista - s'è detto molto. Ieri però, il confronto col celebratissimo Mazzarri - che ha risollevato la squadra partenopea dopo la scellerata gestione Donadoni - non è sembrato ispirato. Anzi. La scelta di Zuniga esterno di sinistra - è un destro e comunque è costato uno sproposito, 8,5 milioni di euro - il gioco asfittico e poco avvolgente, la posizione di Quagliarella e Lavezzi che, amando il gioco arioso e partendo da lontano, trasformano una compagine votata alla vittoria come il Napoli ieri, in una squadra molle, incapace di mettere paura alla difesa laziale, che pure di angosce - specie in trasferta - ne ha avute moltissime. Ecco, allora, che la crescita del Napoli, quel quarto posto molto sognato dopo la vittoria a Torino contro la Juventus, torna ad essere un obiettivo di non facile conquista. A dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che questa nostra serie A rimane un torneo modesto, spesso sopravalutato, dove la vittoria di una domenica non trova spesso la conferma nella settimana successiva. Eppure di milioni di euro De Laurentiis ne ha spesi tantissimi e sembra pronto, tra poco più di un mese, nel mercato di gennaio, a spenderne ancora. Musica per le orecchie dei tifosi laziali, ai quali basterebbe vedere in campo tutti i propri effettivi. Ma questa è un'altra storia. Tornando al Napoli e ai limiti mostrati ieri, anche quello che, in fondo, può diventare un caso azzurro a più ampio respiro vista la valenza con la nazionale di Marcello Lippi: il ruolo di Quagliarella. Che il ragazzo abbia talento è fuori di discussione, ma quello che doveva essere il matrimonio perfetto (la sua napoletanità esalta i tifosi partenopei) non pare aver regalato gli effetti sperati. Quasi che dentro lo spogliatoio del Napoli - ad alto coefficiente sudamericano - preferisca l'argentino Denis all'italianissimo Quagliarella. Magari è solo una chiacchera senza fondamento, ma Mazzarri farà bene a tenerla d'occhio. Insieme alla possibilità di far giocare un po' meglio questo Napoli troppo ambizioso.