Lazio sull'orlo del baratro

La Lazio peggiore degli ultimi anni sta scivolando verso la serie B. Con un allenatore confuso, una squadra alla deriva, una società assente, lo spettro della retrocessione si avvicina. Senza idee e con un pizzico di sfortuna sulla decisiva papera di Muslera, i biancocelesti si buttano via ancora una volta. E ora la trasferta di Siena diventa un crocevia decisivo per non andare ancora più in basso. Meglio correre ai ripari, ci pensi il contestatissimo Lotito, magari con una decisione clamorosa perché il tecnico si sta mostrando inadeguato per una squadra come la Lazio. Prima del via omaggio a Vincenzo Paparelli, il tifoso scomparso trent'anni fa all'Olimpico per colpa di un razzo lanciato dalla curva Sud. Alla lettura delle formazioni fischi per Ballardini e quasi tutti i laziali: si salvano solo Foggia, Brocchi, Zarate e Matuzalem. Si parte con una sorpresa: fuori Mauri dentro il giovane Perpetuini per un centrocampo inedito e modulo mai utilizzato finora, il 4-2-3-1. In attacco fiducia alla coppia Rocchi-Zarate mentre in difesa tocca a Siviglia e Radu. Allegri sceglie la formula più offensiva con Lazzari e Cossu dietro a Jeda e Matri. Il primo affondo è dei sardi con la girata volante di Matri che finisce tra le manone di Muslera. Pronta la replica biancoceleste ma il sinistro di Kolarov viene fermato dalla coppia Marchetti-Astori. Sembra il preludio a una sfida aperta e invece è solo un fuoco di paglia perché il Cagliari se ne sta molto coperto e la Lazio non vuole rischiare di lasciare il contropiede agli ospiti. Primo tempo anonimo se non fosse per una conclusione da trenta metri di Perpetuini deviata da Astori e un rigoretto che Maurito reclama dopo una trattenuta veniale di Agostini. L'impegno c'è, ma il gioco non si vede con Matuzalem che prova ad accendere la manovra e Zarate troppo arretrato alla ricerca di spazi invisibili tra la muraglia sarda. Tutto qui e l'Olimpico non può far altro che fischiare la mesta uscita dal campo della banda di Ballardini. L'unica consolazione è la difesa che stavolta tiene e soprattutto rischia poco. Al ritorno dagli spogliatoi c'è Mauri e il ritorno al 4-3-2-1 per cercare di dare più profondità alla manovra offensiva. Pochi minuti e una punizione innocua di Daniele Conti diventa un fendente al cuore dei laziali: papera di Muslera, tap-in di Matri che regala il vantaggio mentre esplode la contestazione. Il popolo della Nord canta «Lotito ci manda in B» e vista la classifica non si può negare che il rischio retrocessione sia dietro l'angolo. Nel mirino della protesta anche Ballardini che poco dopo toglie Foggia per Cruz. La Lazio prova a reagire, Matuzalem sfiora il pari da lontano (il brasiliano ammonito salterà Siena), Zarate cicca il piattone di destro, poi Muslera si riscatta in parte con una bella respinta su Biondini e poco dopo su Daniele Conti. L'assalto caotico e sconclusionato c'è, entra pure Simone Inzaghi ma la tragedia è compiuta: l'inferno è a un passo.