Spalletti: "Serve un attaccante"

Uno Spalletti nuovo di zecca. Sorridente e sereno nonostante la sua quinta Roma sia ancora un cantiere a cielo aperto. Ma nella testa del tecnico la squadra che verrà è ben chiara: più «cattiva», con un centravanti-boa da mettere accanto a Totti e due esterni di corsa e qualità. In trentanove minuti di conferenza, Spalletti cancella le tensioni del recente passato e prova a ridare entusiasmo all'ambiente. Come ha ritrovato la squadra? «Le prime sensazioni sono positive. L'anno scorso abbiamo giocato qualche partita al di sotto del nostro livello e questo non deve più succedere. Qui a Riscone l'ambiente è eccezionale».   Cosa si aspetta dal mercato? «Ho fiducia totale nella rosa. Valuteremo le ipotesi e aspetteremo l'occasione giusta per migliorare. Per essere più completi un paio di cose dobbiamo farle». Per esempio? «L'attaccante andrà preso di sicuro. Una prima punta, brava di testa che sappia attaccare gli spazi e si completi con le caratteristiche di Totti». Shevchenko o Cruz andrebbero bene? «Sono due grandi giocatori, ma è meglio non fare nomi. Il portiere? Per il momento ho fiducia in quelli che ci sono». Si riparte dal 4-2-3-1 o sta pensando a un 4-2-4? «Chi arriva in fondo alle competizioni passa sempre dal 4-2-3-1. Il 4-2-4 non è un'idea sbagliata anche se io lo intendo come 4-4-2. Se gli esterni sono larghi il trequartista deve chiudere vicino alla prima punta. Andando a prendere un attaccante di qualità, deve giocare insieme a Totti ma Francesco resterebbe comunque vicino all'area. La prima punta, poi, è quella che fa gol e il nostro capitano ne ha segnati tanti».   E Vucinic? «Sa fare sia l'esterno che il centravanti. Ha avuto alti e bassi, cercheremo di metterlo più a suo agio».   Intanto è arrivato Guberti. «I nostri osservatori hanno dato tutti lo stesso risultato: è un ragazzo di prospettiva con delle qualità. Ora però va visto nella dimensione attuale». Nei programmi dell'attuale società sono previste anche delle cessioni per fare cassa. Le è stato detto? «Quando parlo di aggiustamenti della rosa intendo anche questo. Sarebbe meglio, però, chiedere ai dirigenti. Anche gli altri club vendono i big? Aspettiamo prima di parlare di rafforzamento e indebolimento».   Brighi non è ancora qui: è un caso? «Avendo giocato una partita in più con la nazionale ha diritto a dei giorni in più. Rientra il 5 anziché il 6 e questo fa vedere la sua professionalità. Sulla questione del contratto non ci entro: questo discorso deve stare fuori dallo spogliatoio. Matteo comunque non farà la stagione da scontento».   Cosa bisogna correggere nella squadra? «Basta con i cali di tensione, bisogna tirare fuori il carattere: batterò molto su questo tasto. Squadra più cattiva e meno bella? Dobbiamo abbinare le due caratteristiche. Ho già in mente una nuova regola: chi sarà squalificato per proteste, oltre alla multa, farà tutta la settimana allenamenti doppi».   Sarà la stagione del rilancio? «Sicuramente sì. Non dimentico le tante vittorie delle stagioni precedenti. Niente promesse e obiettivi, però: il potenziale lo vedremo gara dopo gara».   Adesso può dirlo: la Juve non l'ha mai cercata? «Nessuno mi ha contattato. Cobolli Gigli mi ha messo nella sua lista? Fa piacere ma a me non l'ha mai detto. Mentre tutti mi davano a Torino, io ho risposto con i fatti dando continuità al mio lavoro con la Roma».   È vero che ha preteso un appoggio dalla società sulla comunicazione? «In un ambiente come Roma si può fare qualcosa in più per non dare forza ai "riportini", perchè loro invidiano la posizione, non hanno un buon rapporto con me e vanno a dire cose non corrette. È più facile parlare contro che pro».   Ha mai pensato di restare un anno fermo? «E' un pensiero che si può fare: se la società mi avesse detto "parliamone" sarebbe andata a finire così visto che non mi ha cercato nessuna squadra. La Roma un altro tecnico l'avrebbe trovato».   Cosa pensa dell'attacco di Irti a Totti? «Fioranelli non lo conosco, sicuramente ho conosciuto le dichiarazioni del suo avvocato e se il buon giorno si vede dal mattino...C'è da pensare che se Irti diventasse il padrone della Roma andrebbe a sostituire il nostro simbolo della Lupa con la testa dell'Aquila».   Sarà ancora la Roma dei Sensi? «La dottoressa è convinta di andare avanti con qualità e ne sono convinto anche io».