Azzurri ai Mondiali, qualificazione rimandata

{{IMG_SX}}L'arbitro Stark rimanda la qualificazione dell'Italia ai mondiali. Dopo 3 minuti espelle Pazzini per una gomitata veniale a O'Shea e stravolge la partita. Segna Iaquinta, pari di Keane all'ultimo assalto: una punizione ingiusta per l'Italia che aveva lottato contro una buona squadra, l'Irlanda, e un direttore di gara maldisposto verso gli azzurri. A ottobre sarà un'altra storia e la squadra di Lippi conserva comunque due punti di vantaggio sugli avversari anche se dovrà andare a Dublino in autunno. Per la sfida contro il Trap, Lippi scommette su Iaquinta e Pazzini, mentre non c'è Giuseppe Rossi. A centrocampo fiducia all'asse romanista Brighi-De Rossi con Pirlo in cabina di regia. Sull'altro fronte Trapattoni punta tutto su Keane e sulla spinta degli ottomila tifosi verdi arrivati al «San Nicola». Pubblico barese caldo solo con gli azzurri nonostante i timori della vigilia ma non mancano cori per «Antonio Cassano», idolo di queste parti trascurato senza motivo da Lippi. E infatti il cittì azzurro viene accolto da una raffica di fischi, tanti e sentiti, di tutto lo stadio mentre il Trap rimedia solo applausi per aver incensato alla vigilia il «pibe de Bari». Si parte così con la «cassanata» dei tifosi di casa e sinistri presagi ricordando il San Paolo di Napoli che, ai mondiali di 19 anni fa, aiutò l'Argentina del suo figlio Maradona senza sostenere adeguatamente l'Italia. Ma stavolta è un'altra storia perché Bari si riscatta all'Inno di Mameli: tutti in piedi a urlare le parole più amate dagli Italiani. La prima azione devasta i piani di Lippi. Al 3' Pazzini salta col braccio largo, gomitata a O'Shea che resta a terra, l'arbitro Stark non gradisce la «pazzia» del nostro centravanti e lo manda negli spogliatoi. Decisione molto fiscale, forse sbagliata (l'irlandese rientra poco dopo come nulla fosse) e l'azzurro lascia il campo in lacrime per l'espulsione più veloce della storia dell'Italia. Tant'è, il cittì azzurro ridisegna la squadra con il 4-4-1, Iaquinta diventa il terminale offensivo mentre Brighi si adatta a sinistra. Si soffre ma Pirlo è ispirato, lancia sulla sinistra Grosso che serve all'attaccante della Juve l'assist al bacio per l'1-0. Difesa irlandese poco reattiva e così siamo avanti. Trap ci mette un quarto d'ora a capire che deve osare e inserisce una punta Folan per sfruttare l'uomo in più. Mossa giusta perché gli irlandesi crescono e si fanno vedere dalle parti di Buffon. Ma prima che Hunt impegni il portierone azzurro c'è tempo per un palo esterno di Pepe dopo che Grosso aveva sfondato ancora la «maginot» del Trap sulla sinistra. Primo tempo condizionato dal «rosso» a Pazzini ma gli azzurri tengono. Nella ripresa subito un cambio di Lippi: fuori Pirlo dentro il corridore Palombo per contrastare meglio i maratoneti irlandesi. Il Trap chiama l'assalto, il nostro cittì si chiude di più: dentro Dossena, un terzino, fuori Pepe che non aveva demeritato. Azzurri rintanati dentro al fortino, la spinta degli ospiti aumenta. Magari con tanti lancioni per gli arieti Doyle (poi uscito) e Folan nel pieno rispetto della «long ball» cara al loro maestro Jackie Charlton ma pur sempre di arrembaggio si tratta. Non c'è più forza nelle gambe, Given diventa uno spettatore non pagante anche perché l'arbitro continua a penalizzare gli azzurri con decisioni cervellotiche e quindi è meglio starsene lì dietro a difendere il prezioso vantaggio. Qualche fallo di frustrazione (ammoniti Grosso, De Rossi e Iaquinta) ma la beffa è nell'aria. Al 44' rilancio del portiere ospite, dormita dei nostri centrali e Keane fa secco Buffon per l'1-1 che manda in paradiso Trap e in castigo Lippi troppo rinunciatario nella ripresa.