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.Invecchiano anche, e soprattutto, i suoi politici. E allora perché il calcio dovrebbe fare eccezione? Lo conferma una ricerca condotta sui 456 club dei massimi campionati europei. Ai primi cinque posti tra le squadre con l'età media più alta ci sono 4 italiane: Milan, Inter, Bologna e Chievo. Ma siamo sicuri che sia un male? L'ultima domenica di campionato ci ha regalato tante immagini di trentenni felici e, soprattutto, ancora vincenti. Filippo Inzaghi, l'eterno SuperPippo, con i suoi trecento gol in campionato a 35 anni è l'esponente più in vista di questa terza, splendida, età agonistica. «Se mi fanno giocare - ha detto il rossonero dopo la doppietta al Siena - andrò avanti ancora a lungo. Mi sento bene, e questa è la cosa più importante». Inzaghi ha poi incassato i complimenti di buona parte del mondo del calcio. «Trecento gol sono importanti - ha detto il presidente Figc Abete - testimoniano un percorso professionale di grande spessore. Pippo può sperare ancora nella Nazionale». Musica per le orecchie del rossonero, che ha già affermato che non direbbe mai no a un ritorno in azzurro e che, domenica prossima, potrebbe consumare una piccola «vendetta» sportiva contro il Napoli di Donadoni, l'ex ct che lo ha escluso dagli Europei dell'anno scorso. «A trent'anni un giocatore è più completo e si esprime al meglio - ha detto Gigi Riva - e poi il senso del gol è innato, chi ce l'ha lo conserva sempre». Dichiarazione che sa un po' di rammarico per l'ex bandiera del Cagliari, che di gol ne aveva sempre fatti a raffica e appese le scarpe al chiodo a soli 32 anni per colpa di un infortunio. Ma Inzaghi non è il solo ultratrentenne felice della domenica calcistica. Mascara (30 anni) non la finisce di stupire con le sue prodezze balistiche, Del Piero (34) sta vivendo una delle sue stagioni più felici, Pellissier (ne fa 30 ad aprile) e Tiribocchi (31) continuano a segnare fondamentali gol-salvezza per Chievo e Lecce. Senza dimenticare Di Natale (31), ormai punto fermo della Nazionale, e il capocannoniere Di Vaio (32) che fa felice il Bologna. Dove, per inciso, sono abituati a rigenerare giocatori dati per finiti: vedi, in passato, Baggio e Signori. Insomma, i vari Paloschi e Giovinco dovranno aspettare il loro turno ancora per un po'. I vecchi leoni, per ora, non sono affatto intenzionati a mollare.