«Inter, oggi non si scherza»

«La partita più importante della stagione - dice - è quella dove si vince il titolo, altrimenti non ha nessun significato, e in questo momento più importante è il campionato, almeno fino al termine della sfida contro la squadra di Mihajlovic. Il portoghese ha fatto capire che l'Inter che scenderà in campo oggi alle 16 al Dall'Ara di Bologna non sarà troppo diversa da quella che affronterà i Red Devils di Ferguson martedì sera: «Il turnover lo può fare un allenatore che non pensa al campionato. Il nostro non sarà un turnover e neanche una prova d'orchestra, chi va in campo sa che con me non può scherzare altrimenti non gioca in Champions». Per quanto riguarda la formazione odierna, con Burdisso e Chivu squalificati e Materazzi ancora indisponibile, Mourinho dovrebbe schierare un 4-4-2 con Cordoba e Samuel centrali, Maicon e Santon (o Maxwell) esterni. Cambiasso, Zanetti, Muntari (o Vieira) dall'inizio (a centrocampo), mentre potrebbe decidere di risparmiare un pezzo di gara a Stankovic inserendo Figo dietro le due punte Ibrahimovic e Adriano. L'attaccante brasiliano, dopo il gol realizzato domenica scorsa nel derby, è tornato a parlare ai microfoni di Sky. «La rete nel derby ha significato tanto anche per me - ha dichiarato il sudamericano - Ero in nazionale, Mourinho mi ha chiamato dicendomi che suo figlio andava a giocare con la mia maglia, che era impazzito per me. Allora gli ho detto: va bene, domenica faccio gol per lui». Da una dedica fatta ad una possibile, magari contro il Manchester United. «In realtà non voglio fare promesse, perchè se poi non riesci a mantenerle diventa brutto. Tuttavia la voglia di vincere e dare il mio contributo c'è. Sono molto fiducioso, ho visto che la squadra c'è, anche se il Manchester United è fortissimo». L'attaccante brasiliano sta tornando ad essere un esempio positivo anche per i bambini. «Si, un esempio di come ti possono succedere tante cose e superarle. È chiaro che tutti i bambini guardino a te perchè fai una cosa che a tutti piace. È una cosa di una responsabilità enorme. Io magari ho sbagliato tanto, anche fuori dal campo, sono ancora giovane. Quello che ho fatto era anche una questione di poca esperienza».